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Newsletter del 17 Dicembre 2008

Burocrazia, risparmi per 2 miliardi

Davide Colombo
Carmine Fotina
ROMA
Il decreto anti-crisi accelera il percorso di semplificazione dei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione garantendo, almeno sulla carta, minori costi amministrativi per circa 2 miliardi l'anno. La cifra risulta dalle note tecniche che accompagnano l'articolo 16 del Dl e, senza valutare l'impatto delle misure di carattere tributario, raddoppia le prime stime di risparmio che erano state indicate dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso.
La novità più importante riguarda l'attivazione del cosiddetto archivio ottico, che consente alle aziende e agli studi professionali di conservare solo su supporto digitale tutti i documenti per i quali finora erano tenuti a mantenere l'originale cartaceo. Con le nuove norme, che modificano il Codice dell'amministrazione digitale, l'onere di conservazione di documenti originari viene ristretto a tipologie molto particolari, che saranno fissate da un succesivo Dpcm, con risparmi di spese notarili stimate in 750 milioni annui.
L'altro insieme di strumenti di semplificazione ruota attorno a un utilizzo pressoché totale della posta elettronica certificata per tutti i rapporti e le comunicazioni previste con la Pa, a partire dall'iscrizione al registro delle imprese, che sarà esentata dalle imposte di bollo. Il passaggio dell'intero sistema delle società al canale di comunicazione digitale e certificato dovrà avvenire entro tre anni, mentre i professionisti avranno un solo anno per comunicare ai rispettivi ordini (o albi) il proprio indirizzo di posta elettronica certificato. In applicazione del Codice delle Pa digitali, tutte le amministrazioni istituiranno (senza oneri aggiuntivi) caselle di posta certificata per tutti i registri di protocollo, il cui elenco sarà accessibile per via telematica. Dall'utilizzo di questo canale per la comunicazione di tutti gli adempimenti di legge è previsto un risparmio annuo di circa 1 miliardo. L'esercizio di stima sull'impatto della norma per la platea di tutti i soggetti interessati è, in questo caso, limitata alle sole minori spese postali (per lo più raccomandate con ricevuta di ritorno) ed è quindi indicata come prudenziale.
Parte invece con un grande punto interrogativo una delle misure del decreto più attese dalle piccole e medie imprese e dai Confidi. Il potenziamento del Fondo di garanzia dovrà infatti attendere la verifica delle revoche degli incentivi della legge 488 da cui sarà assicurato il rifinanziamento, previsto «fino a un limite massimo di 450 milioni». Un'operazione non semplice. Uno degli ultimi censimenti effettuati dal ministero dello Sviluppo economico segnalava a rischio il 37% dei progetti incentivati dalla 488, una legge "archiviata" dal precedente Governo anche per le complicazioni in termini di trasparenza.
Ma la revoca, necessaria per poi dirottare risorse verso la nuova destinazione, è spesso un procedimento tortuoso e in diversi casi manca ancora un'ispezione, primo passo di tutto l'iter. Di certo la norma sul Fondo di garanzia per le Pmi inserita nel decreto riceve il plauso delle imprese per l'estensione alle aziende iscritte all'albo degli artigiani e per l'introduzione della "controgaranzia" da parte dello Stato, seppure vincolata, si legge nella norma, agli effetti sull'indebitamento pubblico. Oltre al "canale" di rifinanziamento, invece, a preoccupare è la mancanza di indicazioni temporali sul decreto dell'Economia che dovrà regolamentare la garanzia statale: l'efficacia dello strumento per arginare i rischi di credit crunch è anche legata alla sua rapida entrata in vigore. Sarà invece una partita da giocare successivamente, ma che già lascia presagire polemiche, la successione a Mediocredito centrale come organismo di gestione del Fondo (la convenzione scade a settembre 2009 e si dovrebbe procedere per gara, ma in pista per subentrare ci sarebbe anche l'ex Sviluppo Italia, controllata del Tesoro).
Anche nel caso dell'intervento della Sace per garantire un rapido rientro dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pa (il cui stock supera i 30 miliardi al netto di Asl e rispettive controllate) bisognerà attendere un successivo decreto. Finora l'esempio più vicino all'idea di Tremonti è l'operazione che la Francia sta mettendo a punto con la Coface, che svolge la stessa attività della Sace ma a differenza della "gemella" italiana è una società privatizzata e quotata in Borsa. Ora Sarkozy vorrebbe coinvolgerla in un piano per coprire i crediti verso la Pa in misura più o meno paritaria con il Governo.

Il piano a favore delle imprese


I PROVVEDIMENTI CONTENUTI NEL DECRETO...


Rifinanziamento dei Confidi


p Per potenziare il sistema dei Confidi e, quindi, arginare il rischio di credit crunch per le Pmi, il decreto legge interviene su tre filoni: potenzia il fondo di garanzia con un importo massimo di 450 milioni di euro; estende la garanzia anche alle imprese artigiane; introduce la contro-garanzia da parte dello Stato

Meno oneri amministrativi


p La semplificazione dei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione corre sui canali digitali. Entro tre anni tutte le società dovranno utilizzare la posta elettronica certificata per le comunicazioni e gli adempimenti di legge. Scatta anche la possibilità di conservare su formato digitale i documenti originali

Recupero crediti verso la Pa


p Il decreto contiene anche una prima risposta all'esigenza delle imprese di recuperare i crediti vantati nei confronti della Pa. A tal fine il provvedimento prevede l'intervento della Sace Spa per garantire il rientro nei crediti. A definire i meccanismi sarà un successivo decreto ministeriale

...E QUELLI CHE MANCANO


Credito d'imposta automatico


p Il provvedimento estende al credito d'imposta per le spese in attività di ricerca il meccanismo di fruizione su domanda come già previsto per i credito d'imposta sugli investimenti (la cosiddetta Visco-sud). In realtà le imprese avrebbero voluto che l'incentivo fosse automatico sia per le spese in ricerca che per la Visco-sud

Sostegno mirato all'industria


p Al momento non sono previste misure di sostegno dirette a favore di determinati settori industriali. Al tempo stesso il provvedimento varato venerdì non contiene alcuna proroga per le campagne di rottamazione in corso per elettrodomestici, automobili e motorini

Incentivi all'efficienza energetica


p Sul credito d'imposta a favore dell'efficienza energetica il decreto non si pronuncia. Tuttavia la prossima riunione del Cipe dovrebbe essere quella decisiva per il rifinanziamento di tale misura (700 milioni di euro), con i fondi derivanti dalla rimodulazione del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas)

 
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