Nicoletta Picchio
ROMA
Cinque miliardi di euro per favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. Si chiama "Impresa Italia" ed è il progetto presentato ieri da UniCredit e formalizzato con la firma di un protocollo tra la banca guidata da Alessandro Profumo e le principali associazioni di categoria dell'industria, artigianato, commercio, agricoltura, e le federazioni dei Confidi.

«È un primo passo concreto per dare supporto all'economia reale in questa fase di rallentamento economico», ha detto Profumo. Per ora, rallentamento, «poi vedremo dove si andrà a parare». I segnali che la crisi finanziaria sia destinata a trasferirsi sull'economia reale ci sono: «Per questo - ha aggiunto - è importante che si operi come una squadra coesa, associazioni di categoria, banche e Governo».

Proprio ieri mattina il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva confermato l'imminente varo del decreto a sostegno delle banche, sollecitando l'aumento del monte prestiti. L'iniziativa di UniCredit si muove su questa linea, anche se Profumo ha smentito una stretta interconnessione. «Il progetto era in cantiere da tempo, prima di qualsiasi intervento dello Stato», ha detto l'ad di UniCredit, sottolineando che il plafond di 5 miliardi è completamente autofinanziato e che si sta già studiando un intervento a favore delle famiglie.

«È logico comunque - ha aggiunto - che ci debba essere un certo rapporto tra capitale e impieghi». E Profumo ha apprezzato le misure annunciate da Palazzo Chigi, ringraziando Berlusconi per il giudizio positivo dato all'iniziativa, prima ancora dell'annuncio ufficiale: «L'intervento del Governo a sostegno dell'economia mi sembra la strada giusta, nel senso che il tema fondamentale è sostenere l'economia reale». UniCredit è pronta a fare la propria parte: «Le banche italiane sono solide. Bisogna avere più benzina di quella che già c'è per non far mancare risorse alle imprese. Dopo il fallimento Lehman c'è stata una crisi di credibilità del sistema che non si risolverà nel breve tempo», ha detto Profumo.

Dei 5 miliardi di nuovi finanziamenti, 3 sono destinati alle micro imprese e saranno gestiti dalla Banca retail, di cui è numero uno Roberto Nicastro e che ha 4.400 punti vendita sul territorio, mentre gli altri 2 saranno gestiti dalla Corporate e destinati ad aziende di dimensioni maggiori, sempre nell'ambito delle Pmi.

Perno del progetto sono i Confidi «che dovranno sviluppare al massimo l'effetto leva»: nelle prossime settimane UniCredit, le associazioni imprenditoriali e i Confidi illustreranno il progetto attraverso le proprie reti, firmando protocolli territoriali, quantificati secondo le esigenze delle diverse aree geografiche. Profumo ha smentito che sia in atto un credit crunch: «L'andamento degli impieghi è positivo», ha detto, affermando che UniCredit non ha mandato lettere di rientro ai clienti.

Accanto a Profumo, tutti i firmatari del protocollo, oltre al sottosegretario allo Sviluppo, Ugo Martinat, che ha sollecitato le imprese a ricapitalizzarsi. «È importante che il Governo rifinanzi il Fondo di garanzia a sostegno delle piccole imprese», ha sottolineato Francesco Belotti, presidente di Federconfidi-Confindustria. «Non vorrei che i Confidi venissero caricati di responsabilità senza fornirli di risorse». Quanto alle lettere di rientro, Ivan Malavasi, presidente Cna, conferma che UniCredit non le abbia inviate, «ma altre banche lo stanno facendo e le garanzie richieste al primo settembre ora non bastano più».

6 novembre 2008