Marco Alfieri
MILANO
In ritardo, ma si muove. Anche perché la crisi non aspetta. Accusato di stringere la borsa del credito e di tagliare i fidi alle imprese, accusato di gigantismo e di eccessiva finanziarizzazione del business, ieri il sistema bancario ha deciso di mettere sul segmento pmi risorse come non se ne vedevano da tempo. Da Unicredit a Ubi Banca a Deutsche Bank, almeno sulla carta è tutto un rincorrere la platea in sofferenza dei piccoli, alle prese con il ritardo nei pagamenti della pa e dei fornitori, la stretta del credito, il calo degli ordinativi e la crisi dei consumi.
Partiamo da Unicredit. Piazza Cordusio ha firmato un accordo quadro con Confartigianato, Cna, Casartigiani, FedartFidi (che rappresenta 211 Confidi che garantiscono 5 miliardi di finanziamenti annui alle 700.000 imprese associate) mettendo sul piatto 5 miliardi disponibili già da inizio gennaio per le esigenze dei micro e piccoli imprenditori. Il "fondo" garantirà il sostegno degli investimenti produttivi (tra i quali il risparmio energetico), il miglioramento della struttura finanziaria delle imprese anche attraverso interventi finalizzati al riequilibrio finanziario aziendale; il rafforzamento della gestione del circolante di fronte all'allungamento dei tempi di incasso, e miglioramento della struttura patrimoniale con interventi finanziari ad hoc. Soddisfatti sia il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, che Ivan Malavasi (Cna) e Giacomo Basso (Casartigiani). Da notare che il progetto "Impresa Italia" si estende anche al comparto agricolo, dove le sofferenze registrate nel primo semestre 2008 sono cresciute del 7,2%.
Poi c'è Deutsche Bank, che ha stretto con Eurofidi un accordo per il sostegno al credito delle pmi. L'intesa riguarda sia linee commerciali a breve sia finanziamenti a lungo. Eurofidi rilascerà una garanzia dal 50 al 60% dei finanziamenti erogati estendibile fino all'80% in caso di controgaranzia del Fondo centrale di garanzia e di richiesta di finanziamento da parte di società a prevalente partecipazione femminile. Il massimale per ogni fido sarà di 500mila euro per le linee a breve e di 1,2 milioni per quelle a lungo termine. A beneficiarne saranno le pmi di Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Lazio.
Infine Ubi Leasing, che ha ricevuto dalla Bei un finanziamento di 250 milioni. Anche qui: i fondi verranno destinati al sostegno delle pmi attraverso la concessione di contratti di locazione finanziaria di tipo immobiliare e strumentale. Il finanziamento presenta un tasso indicizzato all'Euribor a 6 mesi con scadenza finale a 12 anni e rimborso in 18 rate semestrali dopo un periodo di pre-ammortamento di tre anni.
Dunque Unicredit, Ubi e Deutsche Bank. Difficile dire se si tratta di un vero ritorno al territorio dopo il gigantismo degli ultimi anni. Di certo la concorrenza delle banche locali, in cui l'assorbimento patrimoniale è tutto sul rischio del credito e non sull'ingegneria finanziaria, si è fatta sentire negli ultimi mesi. Di qui l'offensiva delle grandi banche sul segmento pmi e sul capitalismo diffuso, l'ossatura della nostra economia, spesso in difficoltà nel farsi aprire linee di credito proporzionate ai propri piani industriali.
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