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Newsletter del 23 Marzo 2009

«Cassa di 13 miliardi per le mini-aziende»

R. Boc.
ROMA - «La Cassa depositi e prestiti era un gigante addormentato. Da adesso il gigante si è in qualche modo svegliato e sta iniziando a lavorare al servizio dell'economia». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha valorizzato ieri il ruolo di Cdp nell'azione di supporto al finanziamento delle piccole e medie imprese. Senza dimenticare, beninteso, di aggiungere che si tratta di «un gigante che deve stare attento al rispetto dei parametri Eurostat di definizione del bilancio».
Concretamente, come ha spiegato durante il "liquidity day" l'amministratore delegato della Cassa Massimo Varazzani, ammonta a 13 miliardi di euro la massa di risorse finanziarie che la Cassa depositi e prestiti può mobilitare per favorire l'afflusso di credito alle imprese, in particolare le Pmi. La cifra complessiva, ha spiegato Varazzani, deriva in primo luogo dai 6 miliardi dei Fondi rotativi esistenti (quello per le imprese, del quale sono stati utilizzati solo 2 miliardi e ne restano 4 disponibili; quello per grandi opere e i fondi regionali). Sono poi disponibili altri 2 miliardi in gestione ordinaria a valere su finanziamenti della Bei con tassi particolarmente bassi.
C'è inoltre un plafond di 5 miliardi che può essere costituito con il risparmio postale e può essere impiegato anch'esso a tassi di favore (con un piccolo spread sui tassi di raccolta postali) per finanziamenti alle banche con il vincolo che poi li usino per sostenere le Pmi.
In questo modo, è stato spiegato, il rischio viene distribuito: in altre parole, la Cdp sopporta il rischio d'insolvenza della banca mentre la banca sopporta il rischio d'insolvenza dell'impresa che ottiene il prestito. In altri casi è invece possibile che la Cassa depositi e prestiti affianchi la banca nella concessione del prestito a favore della piccola impresa.
A parte i fondi concretamente mobilizzabili sin da subito, in ogni caso la Cassa sta anche ipotizzando la costituzione di un fondo che utilizzi in parte le risorse del Fondo per le infrastrutture già esistente presso Cdp finalizzandoli a interventi a favore delle piccole e medie imprese. Come? Essenzialmente attraverso tre strade.
La prima è quella degli investimenti in capitale di rischio in singole imprese. La seconda strada prevede invece la concessione diretta di finanziamenti o cofinanziamenti: la terza soluzione prevede la prestazione di garanzie a sostegno della concessione di investimenti.
Dal canto suo, il presidente della Cassa Depositi e prestiti, Franco Bassanini, ha sottolineato che la funzione prevalente dell'istituto è quella di garantire agli investimenti un orizzonte di lungo termine, movimentando risorse nel lungo periodo. E ha tenuto a sottolineare che Cdp non fa concorrenza impropria alle aziende di credito ma «anzi, è complementare».

 
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