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Newsletter del 20 Aprile 2009



La fusione fra due imprese, da effettuarsi attraverso la condivisione dei diritti di proprietà, è soltanto il passo finale di una collaborazione che può riguardare i più diversi aspetti: l'internazionalizzazione, la commercializzazione e l'innovazione.
È questa la ricetta di Unint, la società consortile costituita da Unindustria Treviso nel 2004, che opera sulla complicata frontiera della rottura dei tabù di un ceto imprenditoriale, quello del Nord-Est, che è abituato a competere in solitudine, considerando gli altri più come antagonisti probabili che non come cooperatori possibili.
In quattro anni, a Unint si sono associate 150 imprese. «Soltanto in due casi - dice Alessandro Vardanega, primo presidente di Unint e attuale numero uno degli industriali trevigiani - ci sono state vere e proprie integrazioni. Oggi è in corso una terza operazione, nel settore dell'alimentare».
Le 150 imprese associate hanno realizzato circa 35 progetti: il 75% nell'internazionalizzazione, per esempio la partecipazione alle fiere all'estero, il 15% nella messa a fattore comune degli acquisti e delle vendite, il 10% nella innovazione. «Queste collaborazioni - osserva Vardanega - sono fondamentali. Senza di esse, non si può pensare di superare il gap culturale che caratterizza i nostri imprenditori».
La prima integrazione favorita da Unint ha riguardato una azienda industriale, la Fmw S.r.l. di Cavaso del Tomba, e una società artigiana, la Omb Stampi S.n.c. di Cornuda, che operavano soprattutto nella produzione di stampi per l'industria della calzatura. Unint è stata una sorta di "incubatore" di questo progetto curando poi, una volta presa la decisione da parte dei singoli imprenditori, tutto l'aspetto societario e gestionale della Newco Fmb S.r.l., alla quale sono state conferite le due aziende. Questa nuova impresa, alla fine del 2008, ha ottenuto anche il bonus fiscale per le aggregazioni.
La seconda operazione, concepita durante l'edizione del 2007 della fiera dei prodotti biologici Biofach, ha dato vita a Biombra, gruppo attivo nella produzione di vini biologici che è stato generato da sei aziende agricole: Durante di Cusignana di Giavera del Montello, Giol di San Polo di Piave, La Jara di Mareno di Piave, Galileo di Tezze di Vazzola, Cantina Pizzolato di Villorba e Perlage di Farra di Soligo.
«Ripeto - insiste Vardanega -: le fusioni sono importanti, ma altrettanto importanti sono tutte le altre iniziative. In ogni caso, nella delicata partita dell'aumento della patrimonializzazione delle aziende e dell'incremento della loro massa critica in specifiche attività, questi veicoli consortili stanno dimostrando tutta la loro efficacia. Sono strumenti "morbidi" e compatibili con la nostra cultura industriale. Niente a che vedere con il private equity di altri modelli industriali e finanziari...».
Paolo Bricco
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