PAGINA A CURA DI
Enrico Bronzo
«Se si vuole evitare il tracollo dell'economia , « occorre evitare che in un momento così critico, l'unico sbocco per trovare credito sia l'usura. Dobbiamo impedire che la criminalità organizzata si sostituisca al sistema creditizio». Così Antonello Montante, delegato di Confindustria ai rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio, si esprime sugli effetti negativi della criminalità per il settore imprenditoriale, con in testa il rischio del riciclaggio di denaro. «Stiamo portando avanti – « aggiunge Montante « – « azioni di prevenzione in collaborazione con il Commissario straordinario del governo per il racket e l'usura, il prefetto Giosuè Marino, sensibilizzando i Confidi e lavorando a stretto contatto con le associazioni anti-racket e anti-usura». «Tenere la guardia alta sul fronte delle legalità e del credito non è però sufficiente. Per questo Montante ribadisce l'urgenza di interventi per sbloccare le opere infrastrutturali già finanziate e bloccate dalla burocrazia, e la semplificazione delle procedure, rimuovendo blocchi e resistenze che rallentano le decisioni degli imprenditori e la realizzazione dei progetti.
I numeri non mentono «
«Per il 24,5% delle Pmi del commercio negli ultimi due anni è peggiorato il livello di sicurezza ; d «ue imprese su tre destinano in media il 2% dei propri ricavi al sostegno dei costi per la sicurezza. Ciò implica che una quota rilevante dei margini lordi (tra il 10% e il 25%) viene sottratta al reddito degli imprenditori o agli investimenti per spese connesse alla sopravvivenza stessa dell'attività. Questi i dati salienti dell'indagine su Criminalità, sicurezza e Pmi realizzata da Confcommercio.
«Il 4,1% delle Pmi considera la possibilità di trasferire altrove la propria attività o di cederla a causa del rischio di rapine, furti o estorsioni. Tra le cause principali della criminalità, il 71,1% degli imprenditori indica l'impunità dei criminali e la mancanza di certezza della pena, il 31,6% l'immigrazione clandestina, il 22% il degrado urbano e sociale, anche in termini di mancanza di infrastrutture.
«Le forze dell'ordine (per il 33,3% delle Pmi) e le associazioni di categoria (per il 22,9%) sono i soggetti che le imprese sentono più vicini nella lotta alla criminalità. Tra gli effetti più gravi della contraffazione le imprese indicano l'incremento del giro d'affari della criminalità organizzata (35,3%), l'alterazione delle regole della concorrenza (34%) e lo sfruttamento del lavoro nero (31,6%).
«Le maggiori responsabilità vengono attribuite ai produttori di merci non originali (40,9%), soprattutto da parte delle imprese del Nord - «Ovest e del Sud Italia. Maggiori controlli da parte delle autorità nazionali (27,8%), sanzioni amministrative applicabili più facilmente (26,4%) e maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine (24,1%) sono le misure ritenute più efficaci per combattere il fenomeno mentre i «l miglioramento delle condizioni di accesso al credito, l'aumento e la riorganizzazione del fondo per la prevenzione sono le iniziative del g «overno e delle a «mministrazioni locali ritenute più utili dalle Pmi contro l'usura» .
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I responsabili della contraffazione secondo le Pmi
40,9
Produttori di merci non originali
38,0
Le istituzioni preposte ai controlli
33,5
Gli acquirenti della merce contraffatta
23,0
I venditori dei prodotti falsificati