Carmine Fotina
ROMA
Appalti più facili per le piccole e medie imprese. È questo uno dei principali obiettivi della direttiva con la quale l'Italia si prepara ad adottare le linee guida dello Small business act, la comunicazione della Commissione europea a favore delle pmi pubblicata nel 2008. Lo schema di direttiva, messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico, è stato sottoposto alla presidenza del Consiglio dei ministri per l'approvazione.
È uno degli elementi del dossier «Investiamo sul rilancio dell'Italia» che oggi il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola presenterà al consiglio dei ministri. Quarantasei pagine illustrate ieri pomeriggio in anticipo al premier Silvio Berlusconi: sintesi dell'attività svolta e prossimi obiettivi, dalla competitività all'energia all'internazionalizzazione e l'accesso al credito.
Il provvedimento sullo Small business act, al quale le amministrazioni statali e quelle locali «sono tenute ad uniformare la propria azione», punta a creare riserve o corsie preferenziali per le pmi, iniziando con gli appalti banditi dai comuni con meno di 5mila abitanti e con le forniture di importo inferiore alla soglia Ue. I tecnici del ministero non nascondono la difficoltà posta dalle norme comunitarie, che a differenza della legislazione americana hanno sempre evitato le «discriminazioni positive», ma prevedono la possibilità di negoziare deroghe.
Il via libera alla direttiva potrebbe arrivare in una delle prossime riunioni a Palazzo Chigi, sbloccando una situazione che vede l'Italia in ritardo nell'attuazione dei principi dello Small business act. Secondo il monitoraggio sull'attuazione dello Sba svolto dall'associazione delle piccole imprese europee (Ueapme), l'Italia ha un indice di attuazione degli impegni europei del 45,7%, sotto la media Ue.
Lo schema di direttiva peraltro rappresenta solo un piccolo passo avanti. Frutto di sei tavoli tematici condotti con le associazioni di categoria prima dell'estate, il testo è in gran parte l'annuncio di un monitoraggio di misure già adottate con gli ultimi provvedimenti anti-crisi: facilitazioni per i pagamenti della pubblica amministrazione; convenzione Abi-Cassa depositi e prestiti per risorse a favore delle pmi; fondo di garanzia per l'accesso al credito (ieri il ministero ha comunicato un aumento delle domande accolte pari al 54% rispetto ai primi otto mesi del 2008). Gli spunti più nuovi riguardano gli appalti pubblici, la trasmissione di impresa, la formulazione di un testo unico e la previsione di una legge annuale per le pmi. Si tratta di «linee direttrici» – si legge nello schema di direttiva – «che costituiscono priorità di politica economica», in alcuni casi «da tradurre in misure concrete in tempi brevi», in altri casi «da declinare, a seconda dei casi, in interventi legislativi, regolamentari o amministrativi». Con una postilla: «Le azioni richiedenti interventi di finanza pubblica sono adottate nella misura in cui siano compatibili con le disponibilità finanziarie».
In particolare, per gli appalti l'obiettivo è integrare le procedure a favore dei piccoli appalti pubblici inserite nel collegato competitività della manovra approvato nel 2008. Si sollecitano in pratica le amministrazioni pubbliche a suddividere i contratti in lotti, a stabilire nuove possibilità di subappalto e ad evitare qualifiche e requisiti finanziari sproporzionati per le piccole aziende.
C'è spazio anche per un capitolo sulle semplificazioni per l'avvio e l'attività imprenditoriale. In gran parte, tuttavia, si tratta di un monito per accelerare le nuove norme sullo sportello unico e le Agenzie per le imprese inserite nella legge 69/2009.
Forse però con un pizzico di realismo in più: non si fa riferimento al vecchio slogan di "impresa in un giorno" ma si invitano le amministrazioni a ridurre il livello delle spese e delle commissioni richieste dalla Pa per registrare un'impresa, a ridurre il tempo necessario per fondare un'azienda a meno di una settimana e a limitare a un mese il tempo per le procedure necessarie all'avvio dell'attività.
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