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Newsletter del 19 Ottobre 2009

Le Pmi chiedono i fondi dei T-bond

Eugenio Bruno
ROMA
Destinare alle imprese la quota dei bond governativi che le banche non hanno utilizzato. A lanciare la proposta è stata ieri pomeriggio Emma Marcegaglia. Che, qualche ora prima, aveva indicato le linee guida per far crescere l'economia del Mezzogiorno: una «cabina di regia» che non disperda i finanziamenti, aiuti alle aziende «il più possibile automatici» e una Banca del Sud «a maggioranza privata».
Parlando a margine dell'assemblea dell'Unione industriali di Pavia, la presidente di Confindustria ha confidato l'intenzione di «capire se quella quota di Tremonti bond che non è stata utilizzata dalle banche possa essere utilizzata in qualche modo per arrivare direttamente alle imprese». E una risposta in tal senso dovrebbe arrivare «a breve». In caso di esito positivo le aziende potrebbero contare su 6-8 miliardi di risorse aggiuntive visto che la dote iniziale per le obbligazioni emesse dalle banche e sottoscritte dal Tesoro era di 10-12 miliardi e gli istituti di credito ne hanno prenotati per 4 miliardi.
Sempre a proposito del rapporto con le banche, Marcegaglia ha sottolineato l'esigenza di «mettere in concreto ciò che abbiamo studiato, vale a dire la moratoria (adesso partirà una indagine su questo), gli strumenti della Cassa depositi e prestiti e della Sace». L'obiettivo, ha precisato, non è fare polemiche; bensì «avere degli strumenti concreti a disposizione delle imprese in questo momento così difficile». E per superarlo serviranno anche gli incentivi. Non solo all'auto «ma a tutti i settori che soffrono: l'edilizia, il tessile, i mobili e gli elettrodomestici».
Che la congiuntura economica resti complicata la presidente degli industriali l'aveva evidenziato già in mattinata. Da Bari, dove ha partecipato al convegno "Questione meridionale. Una questione nazionale" organizzato dai gruppi parlamentari del Pdl, Marcegaglia aveva definito «condivisibile» l'analisi del Governatore di Bankitalia Mario Draghi su un'uscita dalla crisi lunga e difficile. Ribadendo che «si vede qualche piccolo segnale di miglioramento, però la ripresa è fragile». A cominciare dal «problema occupazione che avrà impatti significativi nei prossimi mesi».
Da qui a parlare di Sud il passo è stato breve. Innanzitutto per auspicare il varo di una «cabina di regia» che aiuti a non disperdere le risorse destinate al meridione. E poi per chiedere incentivi automatici volti a «eliminare l'intermediazione politica e burocratica». Anche perché, ha aggiunto Marcegaglia, «la crescita del Mezzogiorno è un problema che riguarda tutto il paese».
La presidente di Confindustria si è poi detta «a favore» del rifinanziamento del «credito d'imposta per il Mezzogiorno, che si è esaurito già fino al 2015» e di «una fiscalità di vantaggio», su cui però serve «un'autorizzazione europea». Di lì a poco il pensiero è andato alla Banca del Sud cara al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. E definita da Marcegaglia «una buona idea», a patto però che «non diventi una cosa pubblica, una specie di carrozzone», ma sia piuttosto «una banca a maggioranza privata che possa venire incontro alle esigenze degli imprenditori e dei cittadini meridionali». Sul punto un giudizio favorevole è giunto dal presidente dell'Abi Corrado Faissola purché si eviti «nella maniera più assoluta che si riproducano situazioni che hanno portato al salvataggio e ad interventi importanti».
Un accenno, infine, ai finanziamenti. «Oggi abbiamo ancora una differenza di reddito tra Nord e Sud del 42%, siamo ai livelli degli anni Cinquanta», ha spiegato Marcegaglia, che ha chiesto di concentrare le risorse su «pochi grandi temi», cioè sicurezza, scuola, formazione e infrastrutture. Sulle infrastrutture Marcegaglia è tornata nel suo intervento a Pavia. Per specificare che il ponte sullo Stretto «non è la priorità anche se ormai è di fatto un'opera già cantierata e quindi andrà avanti». Laddove «le opere che servono» sono altre: in primis, la messa in sicurezza del territorio; quindi, quei lavori piccoli ma indispensabili come «pezzi di autostrada non finiti e raccordi che mancano».
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