Mara Monti
MILANO
Rating più trasparenti e meno complessi. Lo prevede il nuovo standard contabile Ifrs messo a punto lo scorso luglio dall'International accounting standards board (l'organismo responsabile dell'emanazione dei principi contabili internazionali) per semplificare il processo di redazione del bilancio d'esercizio delle piccole e medie imprese (Pmi). I nuovi principi sono già in vigore e non essendo rivolti alle società quotate non è necessario l'approvazione della Ue, ma soltanto quello dei singoli paesi. Bruxelles, tuttavia, non chiude la porta tanto da non escludere un intervento normativo della Ue a supporto dei principi contabili per le Pmi. Finora soltanto Inghilterra, Australia e Sud Africa hanno recepito i nuovi standard, mentre per l'Italia si attende il via libera dell'Organismo italiano di contabilità e l'approvazione da parte del legislatore. «Lo scopo del progetto avviato nel 2003 – spiega Stefano Bianchi, partner della società di revisione Rsm, quinto network in Italia – punta a sviluppare un semplificato, ma esaustivo sistema capace di andare incontro alle esigenze di reportistica finanziaria delle società non quotate». Meno informazioni, specialmente quelle considerate superflue e non necessarie per questa categoria di imprese, come l'impairment test per l'avviamento che viene ammortizzato in 10 anni e la semplificazione dello IAS 39 per la contabilizzazione di strumenti finanziari con la significativa riduzione dell'applicazione del fair value che tanti malumori ha generato nell'applicazione per le società quotate. Tutti aspetti che semplificano i bilanci pur mantenendo «un'informazione di alta qualità, trasparente e comparabile che viene incontro agli operatori dei mercati finanziari mondiali nelle loro decisioni», aggiunge Bianchi. I rating potranno essere così più leggibili e comparabili, ci sarà una maggiore fluidità nelle operazioni di fusione e acquisizione, di corporate finance, strumenti utili nei progetti di aggregazione anche internazionali. «Una migliore qualità dell'informazione finanziaria semplifica l'accesso al credito, ma soprattutto per le società che operano all'estero il vantaggio è di potere confrontare i propri bilanci con controparti di altri paesi», ha aggiunto il revisore.
Una mossa ambiziosa perché al momento i principi contabili per le piccole e medie imprese non hanno alcuna valenza giuridica in Europa. Il diritto contabile comunitario per le Pmi è, tuttora, quello disegnato, nonostante varie modifiche, negli anni settanta con la IV e VII direttiva Cee: da questo discende, ad esempio, la disciplina civilistica italiana vigente.
Inoltre, il decreto legislativo 38 del 2005 consente già di applicare gli Ias/Ifrs ai bilanci consolidati delle società non quotate, «ma finora l'adozione a tale possibilità è stata limitata probabilmente per la complessità delle norme ed anche talvolta al non chiaro impatto fiscale dell'adozione dei principi contabili internazionali». Ora si cambia e «se l'accoglienza del nuovo standard allargherà il numero delle società che applicano gli Ias/Ifrs – conclude Bianchi – il progetto per le Pmi potrebbe definire un nuovo set di principi contabili mondiali».
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LE NOVITÀ

Nuovi standard contabili
Lo scorso luglio l'International Accounting Standards Board ha varato nuovi principi contabili per le Pmi. Sono già in vigore e finora sono stati adottati da Inghilterra, Sud Africa e Australia. In Italia si attende il via libera dell'Organismo Italiano di Contabilità e l'approvazione da parte del legislatore.
Semplificazione dei bilanci
Semplificazione dell'impairment test per l'avviamento che viene ammortizzato in 10 anni e dello IAS 39 per la contabilizzazione degli strumenti finanziari, con la significativa riduzione dell'applicazione del fair value che tanti malumori ha generato nell'applicazione per le società quotate.