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Newsletter del 21 Dicembre 2009

Auto aziendale frenata dal fisco
di Chiara Bussi


Eliminare il limite di deducibilità dei costi di 18mila euro, invariato dal 1997. Per acquistare, noleggiare o ottenere in leasing un'auto con sconti fiscali legati al suo valore. Oppure mantenere un tetto più alto e aumentare la detraibilità dell'Iva dal 40 al 50 per cento. Sono queste le due ricette contenute in uno studio realizzato da Certet, il Centro di Economia Regionali, dei Trasporti e del Turismo dell'Università Bocconi, su richiesta di Bmw Italia, per ridare slancio al mercato delle flotte aziendali che sta per lasciarsi alle spalle un anno da dimenticare. Secondo le stime del Centro Studi Fleet&Mobility, infatti, il 2009 dovrebbe portare con sé un calo delle immatricolazioni di questo settore di oltre 100mila vetture rispetto al 2008.
Le proposte avanzate nella ricerca non sono una voce isolata. Il pressing per interventi fiscali accomuna infatti operatori e associazioni della filiera. Una discesa in campo a difesa di un settore che conta due milioni di veicoli in uso a imprese di varie dimensioni, a cui si aggiungono le auto a uso promiscuo per agenti e professionisti. Di queste il 33% sono a noleggio, il 24% in leasing e il 43% in proprietà, secondo Databank.
«In questo momento di difficoltà – sottolinea il presidente di Bmw Italia Andrea Castronovo – servono misure strutturali per dare uno stimolo alla domanda da parte delle aziende. Basta confrontare i sistemi europei per rendersi conto che la fiscalità dell'auto aziendale in Italia è particolarmente penalizzante». La Penisola rispetto agli altri quattro big della Ue (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna) prevede il livello più basso di detraibilità dell'Iva e di deducibilità nella dichiarazione dei redditi. Agli antipodi la Germania, dove l'Iva è totalmente detraibile e la deducibilità è illimitata. Di qui l'esigenza di un cambio di rotta, alla ricerca di «soluzioni durature, che consentano anche una salvaguardia dei conti dello Stato», come evidenzia Bruno Villois, condirettore del Centro Moburb-Certet e autore del documento insieme ai ricercatori Gabriele Grea e Andrea Tedeschi. «Sono misure che si autofinanziano – precisa Castronovo – perché hanno l'effetto di stimolare la domanda nel medio-lungo periodo, con un rinnovo del parco circolante». Questo significa nuove immatricolazioni che dovrebbero compensare le minori entrate nelle casse dello stato dovute al rafforzamento degli stimoli fiscali.
La prima formula, secondo lo studio, porterebbe un beneficio «costante» per le imprese, soprattutto per il segmento premium, perché l'abbattimento del limite consente una detrazione dalla base imponibile proporzionale al prezzo. Per un'auto premium questo significa un risparmio medio in tasse di circa 2.400 euro. Per le casse dello Stato vuole invece dire minori entrate per circa 500 milioni. A far quadrare i conti basterebbe però un aumento delle immatricolazioni di 45mila unità in un anno. La seconda opzione comporterebbe un risparmio medio per il segmento premium di 1.700 euro e minori entrate da parte dello stato pari a 550 milioni, compensabili con un incremento delle immatricolazioni di circa 69mila unità. «Senza dimenticare – sottolinea Villois – le possibili ricadute socio-economiche generate dall'adozione del nuovo modello fiscale, come una maggiore solidità finanziaria dei concessionari e gli effetti positivi sul mercato dell'usato in seguito a una maggiore rotazione dei parchi».
Al grido di allarme di Bmw Italia e Certet si associano anche l'Aniasa (l'associazione che rappresenta le società di noleggio) e l'Unrae, nella quale si riconoscono le case estere operanti in Italia. «Nel grigio panorama delle auto aziendali anche il noleggio chiude il 2009 con un calo di immatricolazioni vicino al 30% e una riduzione degli ordini tra il 20 e il 25», spiega il direttore di Aniasa Pietro Teofilatto. «In assenza di adeguati interventi – avverte – il settore potrebbe registrare una nuova riduzione delle immatricolazioni». L'Associazione chiede di adeguare l'Iva detraibile alla media europea del 50% «anche per un periodo limitato», così come il costo massimo deducibile. Un'altra strada percorribile è «l'allargamento della Tremonti-ter ai veicoli aziendali». Ancora più ampio il quadro delle richieste dell'Unrae, che al tema della fiscalità delle auto aziendali dedicherà la tradizionale conferenza stampa di fine anno, fissata per il 16 dicembre a Milano.
Oltre all'innalzamento del tetto deducibile e dell'Iva detraibile, il pacchetto allo studio punta anche a un innalzamento della quota ammortizzabile dall'attuale 40 al 100% e alla possibilità di ammortamenti anticipati, oltre all'estensione delle auto aziendali nella Tremonti-ter. «Si tratta di misure – spiega il direttore relazioni istituzionali Antonio Cernicchiaro – che vorremmo vedere inserite in una riforma più complessiva della fiscalità dell'auto».
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UN SETTORE IN SOFFERENZA


IL MERCATO

2 milioni


LE IMMATRICOLAZIONI

-33%



Nell'intero 2009 secondo una stima del Centro Studi Fleet &Mobility su dati Unrae e Dataforce le immatricolazioni di auto aziendali subiranno un calo del 33% rispetto al 2008 a quota 215mila unità. Le nuove targhe complessive sono invece previste a 2,1 milioni, stabili sul 2008, sostenute dagli eco-incentivi.
È il numero stimato di auto aziendali in Italia, utilizzate da imprese di varie dimensioni, secondo l'Aniasa. Secondo l'Istat il 60% delle imprese dispone di una flotta auto ad uso aziendale. L'incidenza del noleggio è pari al 33,4%, del leasing al 23,9%, della proprietà del 42,8%.

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