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Newsletter del 21 Dicembre 2009

Rincarano le parcelle degli avvocati
di Sergio D'Onofrio

Parcella più cara per chi va dall'avvocato. È l'effetto dell'aumento del contributo integrativo - che è a carico del cliente - concesso alla cassa forense a partire dal 2010 nell'ambito della riforma previdenziale. Ma non è l'unica novità: l'età pensionabile dei legali sale gradualmente fino a 70 anni. La riforma della cassa forense, il 5 dicembre scorso, ha incassato il via libera definitivo dai ministeri del Lavoro e dell'Economia, dopo un travagliato iter che ha richiesto la convocazione di una conferenza dei servizi.
Con il nuovo regolamento, in vigore con l'anno nuovo, si punta a garantire, attraverso una gestione finanziaria messa in sicurezza per i prossimi 30 anni, una solidarietà intergenerazionale in grado di assicurare trattamenti dignitosi a tutti gli iscritti, e in particolare ai giovani che numerosi sono entrati da poco nella professione (si stima che oggi gli iscritti all'albo sono più di 220mila).
Contributi più elevati
Per garantire in futuro la sostenibilità della gestione si agisce anzitutto sul versante delle entrate. Dal prossimo gennaio, il contributo di base soggettivo passerà dal 12 al 13% del reddito professionale imponibile. Salirà di conseguenza anche il contributo minimo.
Sono previsti due scatti: il primo fino a 2.100 euro a partire da gennaio, il secondo a 2.400 euro dal 2011 con incrementi agganciati al tasso di inflazione per gli anni successivi.
Fino a tutto il 2015, le finanze della cassa forense potranno contare inoltre sui maggiori introiti derivanti dal raddoppio del contributo integrativo che passa dal 2 al 4% del volume di affari ai fini Iva.
Per i più giovani ci saranno comunque delle agevolazioni. Per i primi cinque anni di iscrizione gli under 35 beneficieranno di una riduzione del 50% del contributo soggettivo. Le aliquote sono equiparate a quelle dei colleghi più anziani per le contribuzioni volontarie e per quelle auto liquidate in percentuale del reddito .
Vecchiaia e anzianità
Dal 2011 parte un progressivo innalzamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Si inizia con il chiedere 66 anni di età e 31 di versamenti per arrivare a regime con scatti di un anno ogni tre e poi di uno ogni due. Il sistema entrerà a regime nel 2021 quando ci vorranno 70 anni di età e 35 di contributi.
Adesso è solo questione di tempi: la riforma riveduta e corretta che ha ricevuto l'ok dei ministeri dovrà essere pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» entro fine anno in modo da far scattare le novità dal 1° gennaio 2010.
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Con la riforma

Età pensionabile
La riforma andrà a regime
nel 2021. L'aumento dell'età pensionabile avverrà in modo graduale. Nel 2011 si potrà andare in pensione con 66 anni di età, che diventano 67 nel 2012, 68 nel 2017, 69 nel 2019 per arrivare ai 70 anni di età nel 2021

L'aumento dei contributi
Passa dal 12 al 13% il contributo soggettivo a carico del professionista
Passa dal 2 al 4% il contributo integrativo, che viene addebitato al cliente sulla parcella. Anche se l'avvocato dimentica di applicare dal 1° gennaio 2010 l'aumento dovrà comunque versare alla cassa il contributo del 4 per cento

 
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