Marco Bellinazzo
MILANO
Evitare di chiedere informazioni non obbligatorie. Concedere più tempo agli operatori per adeguarsi alle nuove regole Iva nei servizi e sancire, in questa prima fase, la non punibilità per le possibili violazioni.
Pmi, artigiani e commercianti tornano a denunciare i ritardi nel recepimento della direttive Ue in materia di territorialità delle prestazioni di servizi e di nuovi obblighi per l'invio dei modelli Intra. In una lettera indirizzata al ministero dell'Economia, all'agenzia delle Entrate e alle Dogane, i responsabili fiscali di Cna (Claudio Carpentieri), Casartigiani (Beniamino Pisano), Confartigianato (Andrea Trevisani), Confcommercio (Antonio Vento) e Confesercenti (Marino Gabellini) sottolineano i disagi che scaturiscono dal mancato completamento dell'impianto legislativo dell'Iva europea "formalmente" in vigore dal 1° gennaio 2010.
Il decreto legislativo di recepimento, approvato lo scorso 22 gennaio dal Consiglio dei ministri, non è ancora stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale», bloccando di fatto i successivi provvedimenti. Restano in lista d'attesa, in particolare, un decreto dell'Economia diretto a stabilire le modalità e i termini di presentazione degli elenchi e un provvedimento delle Dogane (di concerto con le Entrate) chiamato a definire i nuovi modelli Intrastat e le istruzioni tecniche per l'invio telematico.
«Appare evidente – scrivono le cinque associazioni – che il ritardo nel recepimento della Direttiva non può, e non deve, comportare obblighi a carico del sistema delle imprese, in considerazione di una scadenza così ravvicinata che ne impedirebbe il corretto adempimento. Per questa ragione, si ritiene vadano evitate tutte le richieste di informazioni, oggi presenti sulle bozze dei modelli Intrastat pubblicati sul sito dell'agenzia delle Dogane, non previste dalla Direttiva comunitaria».
Le cinque organizzazioni avevano già segnalato la necessità di apportare alcune modifiche alla disciplina (indicazioni accolte nel parere della commissione Finanze del Senato ma non nella versione finale del Dlgs). E oggi ribadiscono queste richieste, tra le quali l'opportunità di prevedere: un primo invio telematico cumulativo degli elenchi relativi ai primi 6 mesi del 2010; che gli intermediari abilitati possano procedere all'invio dei modelli anche attraverso il canale Entratel; che, a regime, per il termine di presentazione dei modelli si usufruisca di tutto il periodo ammesso dalla direttiva Ue.
Su questi ultimi due punti, l'amministrazione finanziaria dovrebbe far proprie le richieste delle categorie consentendo l'uso di Entratel (oltre al sito delle Dogane) e, comunque, fissando al giorno 25 del mese successivo a quello cui ci si riferisce (anziché al 19 come attualmente stabilito) il termine per la presentazione dei modelli. Così come dovrebbe essere accordata la formulazione di modelli "light". Mentre l'obbligo di invio online dei nuovi Intra dovrebbe scattare dal 30 aprile (si veda «Il Sole 24 Ore» del 22 gennaio scorso). «In tutti i modi – concludono le associazioni – si sollecita che nei documenti di prassi venga ribadita la non punibilità prevista dall'articolo 10 dello Statuto del Contribuente in quanto le possibili violazioni sono, senz'altro, determinate da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della nuova normativa».
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