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Newsletter del 22 Marzo 2010

Le tre proposte degli artigiani Per il credito ripartiamo così

MILANO
Matteo Prioschi
"Mobilizzare" i risparmi, finanziare il circolante e incrementare il ricorso a leasing e noleggio. A fronte degli effetti della crisi sulle aziende artigiane evidenziati da una ricerca condotta dal Cresit dell'Università dell'Insubria (fatturato in calo fino al 45%, tagli agli investimenti, problemi di gestione del credito), Cna Lombardia lancia tre proposte sul fronte credito e finanza per le mico e le piccole imprese che si affiancano a quella illustrata in occasione dell'assemblea annuale e relativa a sconti fiscali per chi non ha licenziato pur nelle difficoltà.
Capitali personali
«Nelle piccole e medie imprese artigiane – afferma il segretario Giuseppe Vivace – c'è una notevole coincidenza tra il patrimonio familiare e quello imprenditoriale». Una "promiscuità" che in un periodo difficile come quello attuale ha visto gli imprenditori mettere mano ai risparmi personali per proseguire l'attività, a volte semplicemente per pagare gli stipendi ai dipendenti in attesa dell'assegno di cassa integrazione. Una situazione che, però, va di pari passo con la sottocapitalizzazione delle aziende stesse, un nodo sottolineato più volte da esponenti del mondo del credito. Tuttavia, a fronte di tali beni personali, secondo Vivace, in situazioni di necessità «sarebbe importante rendere "mobilizzabili" senza alienare, tali capitali, in modo da non assistere a una totale dismissione degli stessi».
Il segretario di Cna Lombardia fa riferimento in particolare a «polizze vita che con un accordo con le compagnie di assicurazione possono essere messe a garanzia delle aziende o ancora alle gestioni patrimoniali e ai titoli da utilizzare anch'essi come garanzia. In quest'ultimo ambito, i Confidi dovrebbero convenzionare la banche anche sul piano della percentuale massima di garanzie personali che stanno sempre più richiedendo agli imprenditori». Su questo fronte, inoltre, si auspica la nascita di nuovi strumenti di investimento che in caso di necessità possano proprio essere utilizzati in favore dell'azienda familiare.
Liquidità e leasing
Altro aspetto su cui lavorare, secondo Cna, è il finanziamento del circolante anche a fronte del fatto che le banche sono sempre meno disposte ad accordare anticipi su ordini e fatture. «Vanno messi a punto – prosegue Vivace – strumenti che consentano di finanziare la ripresa e le convenzioni con i Confidi dovrebbero prevedere assolutamente incentivi in termini sia di rating che di finanziamenti per le imprese che riescno a mantenere una percentuale idonea di ordini e di clienti».
Infine, nell'ottica di favorire lo sviluppo, è opportuno favorire il ricorso al leasing e al noleggio invece che all'acquisto dei beni, con il vantaggio di ridurre i capitali investiti e di liberare risorse. Anche in questo caso «si devono aprire – afferma il segretario di Cna Lombardia – nuove convenzioni con soggetti noleggiatori che vedano coinvolti gli imprenditori, le associazioni e i confidi che devono garantire il finanziamento del bene sottostante e le compagnie di assicurazione che devono assicurare il bene».
Crediti
Il credito, insomma, rappresenta un tema cruciale per le piccole imprese, anche per quanto riguarda il rapporto con i clienti. Secondo quanto rilevato dalla Cna, negli ultimi 17 mesi il 65% ha avuto problemi di incasso di quanto dovuto, con numerose richieste di dilazione. Un fronte, questo, sottolineato anche dal presidente di Confartigianato Lombardia, Giorgio Merletti: «Molte aziende stanno facendo fatica a rientrare, le banche non sempre fanno la loro parte mentre i confidi hanno svolto un'azione anticiclica ma ora si stanno avvicinando al limite delle loro capacità».
Ripresa e chiusure
La ripresa del settore, di cui c'è qualche timido accenno, è ancora lontana dal manifestarsi su larga scala e quanto alla lettura di alcuni dati, Merletti mette in guardia: «I dati sui primi due mesi del 2010 indicano una riduzione della Cig in deroga. Però occorre incrociare tali dati con quelli, non ancora disponibili, sul numero di imprese che hanno chiuso». In base a un'indagine condotta a novembre dalla Cna Lombardia, le attività che prevedevano la cessazione entro la fine del 2009 erano l'8% del campione.
matteo.prioschi@ilsole24ore.com
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Giuseppe Vivace SEGRETARIO CNA LOMBARDIA

Circolante. Vanno liberati capitali per non soccombere alla crisi di liquidità e per favorire lo sviluppo delle imprese


Giorgio Merletti PRESIDENTE CONFARTIGIANATO LOMBARDIA

Cautela. La Cig in deroga sembra in calo ma si deve tener conto di quante aziende hanno cessato l'attività a fine anno


I NUMERI

18,1%
Imprese
Le aziende artigiane attive in Lombardia sono quasi un quinto del totale nazionale
26%
Investimenti
Oltre un quarto ha reagito alla crisi riducendo gli investimenti. Il 19,3%, invece, ha dichiarato di non aver avuto conseguenze
7,2%
Buste paga
Ridotta la quota di imprese che ha dichiarato di avere avuto difficoltà nel pagamento dei dipendenti. Tale quota scende al 5% tra le micro imprese
2,7%
Innovazione
Minimo il numero di aziende che ha reagito puntando sull'innovazione tecnologica

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