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Newsletter del 26 Aprile 2010

Con il bonus protette 15mila vetrine

Cristiano Dell'Oste
Tra le agevolazioni fiscali non è mai stata una delle più popolari, anche perché le cifre in gioco erano oggettivamente limitate. Quasi 15mila negozianti e baristi, però, l'hanno sfruttata per acquistare videocamere a circuito chiuso, cassaforti, vetrine antisfondamento e altri dispositivi per prevenire furti e rapine.
Il bonus sicurezza – come è stato battezzato subito dopo la sua istituzione – ha visto l'assegnazione dell'ultima tranche di fondi alla fine di marzo. Tecnicamente, si trattava di un credito d'imposta pari all'80% dei costi sostenuti per rendere più sicuro il proprio locale, fino a un importo massimo di 3mila euro per ogni beneficiario.
Previsto dalla Finanziaria 2008 (legge 244/2007, articolo 1, commi da 228 a 237), il bonus copriva i periodi d'imposta dal 2008 al 2010 ed era diviso in due capitoli: uno stanziamento di 10 milioni di euro all'anno per le Pmi commerciali e di vendita al dettaglio e all'ingrosso, bar e ristoranti; e un altro di 5 milioni di euro all'anno per le tabaccherie (in questo caso, con il tetto massimo di mille euro annui per beneficiario).
Ogni anno gli esercenti hanno dovuto "prenotare" il credito via internet all'agenzia delle Entrate. E i fondi sono sempre stati esauriti nel giro di pochi giorni (addirittura poche ore, nel 2009). Il meccanismo di ammissione delle domande, comunque, prevedeva il recupero degli esclusi: chi restava fuori da un anno, aveva la precedenza negli anni successivi.
Il risultato finale, così, ha premiato coloro che si sono attivati fin dal primo anno, restringendo il perimetro dell'agevolazione per coloro che hanno partecipato ai due clic day successivi. Tanto che su un totale di oltre 14mila domande accolte nel triennio, 8.200 sono state presentate nel 2008, 4.700 nel 2009 e solo 1.400 quest'anno.
Ora che il bonus è scaduto, Confcommercio ne dà un giudizio positivo. E spera che sia riproposto, meglio se con fondi più robusti, per non lasciare a bocca asciutta chi ha fatto domanda quest'anno ed è rimasto tagliato fuori. Tra gli interventi più gettonati, finora, c'è stata l'installazione delle videocamere, come testimonia anche il presidente della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Stoppani: «In alcune zone, come a Milano, c'è stato un discreto utilizzo del bonus sicurezza, tanto che l'argomento ha interessato la Direzione provinciale del lavoro, che sta verificando la compatibilità tra esigenze di sicurezza e rispetto dei princìpi della privacy».
Analogo il discorso per i tabaccai. «L'importo è limitato, ma si tratta comunque di un contributo importante, tanto che ne abbiamo chiesto il rifinanziamento al ministero dell'Economia, anche per estendere la copertura a tutte le 54mila tabaccherie italiane», spiega Giovanni Risso, presidente nazionale della Fit, sigla di categoria che rappresenta circa 48mila esercenti.
Nel caso delle tabaccherie, chiedere la proroga del bonus significa anche reclamare il riconoscimento di una funzione "pubblica". «I tabaccai – prosegue Risso – movimentano ogni anno 50 miliardi di euro, e naturalmente ne trattengono solo una piccola percentuale: il resto lo trasferiscono allo stato. Ed è proprio questa massa di contante che li espone ai rischi maggiori». Ecco perché, più che delle telecamere, la Fit sottolinea l'importanza di altri due apparecchi: i dispositivi di pagamento elettronici e le cassaforti a tempo, capaci di scoraggiare molti dei rapinatori meno organizzati.
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I numeri e le agevolazioni consentite

DOMANDE ACCOLTE

14.429


Tra il 2008 e il 2010 quasi 15mila esercenti sono stati ammessi a beneficiare dei 30 milioni di euro (10 all'anno) del bonus sicurezza

PER I TABACCAI

5 milioni €


Nel triennio 2008-10 gli esercenti di servizi in monopolio hanno avuto un bonus di 5 milioni all'anno, parallelo a quello per i negozi

IMPORTO MEDIO

2.079 €


Il credito d'imposta medio è stato di 2.079 euro, pari a una spesa media in sicurezza di 2.598 euro per esercizio commerciale

IL CREDITO

80%


Il credito d'imposta ha coperto l'80% delle spese in sicurezza, arrivando al massimo a 3mila euro (1.000 all'anno per i tabaccai)
L'elenco
Secondo la circolare delle Entrate 37/E del 10 aprile 2008 rientravano tra le spese ammesse al credito d'imposta quelle per l'installazione di:
apparecchi di videosorveglianza;
sistemi di pagamento con moneta elettronica, come i terminali per carte di credito ed Eft-Pos;
sistemi di allarme;
inferriate, porte blindate, infissi e vetri di sicurezza;
vetrine, armadi e banconi blindati;
casseforti e cassette di sicurezza;
macchinette antifalsari.
L'esclusione
Non erano comprese nel novero delle spese agevolate quelle sostenute per l'attività di vigilanza
I casi particolari
Erano agevolabili anche le spese sostenute per l'installazione degli impianti e delle apparecchiature di sicurezza, e non solo quelle per l'acquisto. A patto, ovviamente, che si trattasse di impianti nuovi (anche in sostituzione di altri apparecchi divenuti obsoleti). Ammessi i beni in leasing o in locazione (come nel caso dei terminali Eft-Pos)

 
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