Franco Vergnano
Bruno Ermolli, presidente della Promos di Milano (la società pubblica che fa consulenza per l'internazionalizzazione), non ha dubbi: «La Brianza è la prima area manifatturiera d'Italia. Aprendoci verso i Paesi con una crescita maggiore del Pil possiamo cogliere la brezza della ripresa ed essere più forti di prima». Ermolli ha sottolineato, in particolare, l'opportunità di investimento per le imprese rappresentata dai Paesi del Mediterraneo: il punto della situazione sarà fatto lunedì 12 e martedì 13 luglio a Milano in occasione di un meeting internazionale con una quarantina di leader politici dell'area.
Ieri a Monza, durante l'incontro «Brianza glocale: quando i distretti diventano internazionali» una dozzina di relatori hanno fatto il punto della situazione di un pezzo importante della cosiddetta «città infinita», una vera e propria fabbrica a cielo aperto. Una zona che, da sempre, ha saputo aprirsi agli scambi, come ha sottolineato Renato Cerioli, presidente di Confindustria Monza e Brianza. I dati parlano chiaro. L'indice di apertura commerciale della Brianza, cioè il rapporto tra l'interscambio commerciale con l'estero e il Pil ha livelli doppi (120%) rispetto a quelli della Lombardia (62%) e tripli dell'Italia (43%). Cerioli ha però sottolineato che bisogna «aggiornare le strategie: oggi il superamento dei distretti si attua attraverso i contratti di rete che riescono a mettere in cordata le aziende lasciando però libertà d'azione ai singoli imprenditori e giocando la carta della qualità». Un concetto ripreso dal presidente della Camera di commercio brianzola Carlo Edoardo Valli: «Il sostegno verso i nuovi mercati è sostenuto anche da un sistema Paese e da un localismo in grado di accompagnare le aziende. Occorre rimettere in circuito giovani e progetti, entusiasmo e creatività, fatica e passione». Un appello condiviso dal presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo che ha detto: «Prima ci si lamentava che l'euro era troppo forte ed ora che é troppo debole. È un'opportunità per il mondo delle imprese che si è trasformato, è diventato più competitivo, ha investito sull'innovazione. Questo però ha una contropartita che riguarda le materie prime, come il petrolio e l'indebolimento dell'euro».
Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo economico, ha ricordato la ripresa dell'export e ha voluto precisare che sarebbe una «grande sciocchezza» sciogliere l'Ice, come ha scritto un giornale. Montezemolo ha infine detto che «il Gran Premio d'Italia rimane a Monza ed è un problema che non si pone».
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