Chiara Cornalba
Enzo Rocca
Un Ifrs ad hoc e obbligatorio per le piccole e medie imprese o una semplice revisione di raccordo con le direttive contabili già esistenti. Omologazione valida per tutti gli Stati membri o facoltatività di adozione. Le regole contabili per le Sme (non obbligate a redigere i bilanci secondo gli Ias/Ifrs) nel mirino dell'esecutivo comunitario.
Per raccogliere elementi utili alla definizione di una proposta di armonizzazione dei loro set contabili, si è svolto martedì a Bruxelles un incontro tra la Commissione e gli stakeholder (utilizzatori, redattori, autorità, revisori). Al vaglio il risultato della consultazione pubblica su impatto e modalità di applicazione in Europa dell'Ifrs for Sme. Ossia il primo principio contabile "stand alone", distinto dagli Ias/Ifrs ordinari, nato per raccogliere e adattarli alle necessità delle Pmi.
In discussione alcune alternative. Oltre a quella di "non adozione" del principio stesso, erano presenti le opzioni di adozione esplicita o implicita. In quest'ultimo caso, si utilizzerebbe la revisione delle direttive 78/660/Cee e 83/349/Cee (più note come quarta e settima direttiva) per eliminare eventuali differenze tra le due discipline, garantendo che non siano in conflitto. Ma altro punto chiave è la cogenza. Ovvero, si discute se lasciare al singolo stato membro la scelta di adozione evitando un'omologazione comunitaria come accaduto per gli Ias/Ifrs.
Dalle oltre 200 risposte giunte da 25 Stati membri e 4 extracomunitari sono emerse opinioni divergenti. I principali sostenitori di un Ifrs ad hoc sono i gruppi di imprese con controllate in differenti Stati membri e quelle che hanno in programma la quotazione dei propri titoli. Ma per la maggioranza le direttive contabili debbono continuare ad avere un ruolo cruciale nella definizione delle regole della comunicazione finanziaria, anche delle imprese di piccole dimensioni.
La Ue, che intanto aveva già avviato un autonomo processo di revisione delle direttive, nella stessa riunione ha presentato le sue ipotesi di lavoro. A prescindere dall'adozione dell'Ifrs, seguendo il principio guida "think small first", la Commissione intende modernizzare e semplificare le regole contabili delle Pmi per ridurre i costi amministrativi di redazione del bilancio. Senza trascurare l'esigenza di comparabilità, ottenibili solo limitando le discrezionalità lasciate ai singoli Stati membri.
E soprattutto resta da stabilire se identificare una specifica classe di microentità e come dimensionarla, per stabilire se e quali informazioni finanziarie richiedere loro o se esonerarle del tutto dal riordino.
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