ROMA
Dopo la caduta dello scorso anno, per il 2010 si prospetta un incremento notevole della propensione delle imprese ad assumere immigrati, sulla scia delle aspettative di ripresa economica. Dalle 158.600 assunzioni del 2009 quest'anno si passerà a 181mila (di cui 105.820 a carattere non stagionale e 75.200 stagionali): questi 22.400 occupati in più interessano soprattutto le medie imprese, l'area del Nord-Est e del Centro, i settori dei servizi e delle costruzioni.
Lo rivela il rapporto Excelsior Unioncamere-ministero del Lavoro che sottolinea l'andamento altalenante del fenomeno, dopo il picco massimo del 2007 – quando il 25% delle imprese che intendevano assumere prevedevano l'ingresso di lavoratori immigrati – complice la crisi nel biennio 2008-2009 si è scesi al 18%, per attestarsi al 21,3% quest'anno. Allo stesso tempo si stima una flessione dello 0,3% delle assunzioni di lavoratori italiani (1.840 unità in meno), con un più marcato calo (-7,2%) di quelli stagionali che diminuirebbero di 13.500 unità.
Secondo il rapporto di Unioncamere con questo dato inizia a manifestarsi un processo sostitutivo della forza lavoro che accentua l'importanza della regolazione dei flussi di immigrati regolari in Italia. L'aumento delle assunzioni di immigrati si registra tra le piccole e medie imprese (fino a 249 dipendenti), con un picco del 37,5% nelle aziende da 10 a 49 dipendenti, mentre nelle grandi imprese si stimano variazioni negative. Le 22.400 assunzioni in più di immigrati si concentrano nei servizi (+16.400) anche se nelle costruzioni c'è il maggiore incremento relativo (+40,1%), pari in valore assoluto a 5.400 persone.
Nell'industria si prevede un incremento del 15,1%, nonostante la contrazione (-16,1%) delle assunzioni a carattere stagionale. A livello regionale la Lombardia guida la classifica con 19.830 assunzioni non stagionali, seguita da Lazio (13.140) ed Emilia-Romagna (12.900).
Le imprenditrici extra-Ue
Un altro dato interessante arriva dalla Direzione generale piccole e medie imprese del ministero dello Sviluppo economico che sottolinea come le donne siano proprietarie di oltre il 20% delle 251.562 aziende individuali con titolare non-Ue presenti nel nostro paese.
Secondo la rilevazione relativa alla fine del 2009 più di una azienda extra-Ue su cinque è guidata da una donna. «I settori più interessati al fenomeno – ha spiegato il direttore generale, Piero Antonio Cinti – sono il commercio (43,2% del totale) e il manifatturiero con il 10% del totale».
A Milano pizza made in Egitto
Sempre a proposito della crescente presenza degli immigrati nella vita economica italiana, la Camera di commercio di Milano evidenzia come nel capoluogo lombardo ci sono 119 pizzaioli egiziani contro 31 campani e solo 10 napoletani "doc". Dietro Milano – dove è egiziano oltre un pizzaiolo su quattro (26,4%) – c'è Roma (18,1%), mentre la tradizione resiste a Napoli con solo due egiziani attivi nei servizi alla ristorazione (nessuno è registrato come pizzeria).
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