MILANO
Il terzo trimestre dell'anno sarà quello del consolidamento della ripresa. In particolare per le imprese della filiera dell'energia, della chimica e delle materie plastiche e delle aziende alimentari.
Nel settore manifatturiero, sia in riferimento alla produzione che al fatturato, il 60% circa degli imprenditori prevede di consolidare l'andamento del recente passato e un 20% prevede un miglioramento delle performance. È questo il quadro che emerge dall'indagine congiunturale del Centro studi di Unioncamere, condotta su un campione di 1.200 Pmi industriali fino a 500 dipendenti e sulle imprese del commercio e dei servizi.
«L'azienda Italia – dice il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello commentando i risultati dell'indagine – ha smesso di scendere i tornanti della crisi, ha finalmente imboccato un tratto di strada più rassicurante e si avvia a una seconda metà del 2010 più positiva di quanto previsto a inizio anno. Guai però a distrarsi».
Le aspettative sulla produzione delle imprese manifatturiere evidenziano una situazione in equilibrio tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione. Lievemente più pessimisti gli artigiani, per i quali il saldo si attesta a -2 punti percentuali. A pesare negativamente sul quadro generale sono le imprese meridionali, il cui saldo tocca -11% (-20 per le aziende più piccole). Stabili le attese al Centro e al Nord-Est, più positive quelle del Nord-Ovest (+7% in favore degli ottimisti).
Tra i settori spiccano energia (+17%), chimica (+9%) e industrie alimentari (+8%). Sul fronte negativo in evidenza ancora l'industria tessile (-14% in generale, -18% per le imprese più piccole) e quella dei metalli (-9%).
Scenario simile per quanto riguarda le aspettative sul fatturato: energia (+18%), alimentare (+12%) e chimica (+10%), infatti, si confermano come i settori più ottimisti, mentre filiera dei metalli (-14%) e tessile-abbigliamento-calzature (-12%) risultano i più pessimisti. Tra le imprese al di sotto dei 50 dipendenti, le attese più positive si concentrano nelle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto (+15) e della chimica (+8).
Lo scenario viene confermato dalle attese sugli ordinativi, in particolare dai mercati esteri che mostrano un saldo positivo di undici punti (risultato opposto, però, tra gli artigiani). A livello territoriale, segno più degli ordini esteri anche tra gli imprenditori del Mezzogiorno, il cui saldo (+10%) è secondo solo al Nord-Ovest (+14). A livello settoriale le attese più robuste si concentrano nella filiera dell'energia (+29%), delle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto (+25%), delle industrie alimentari (+22%) e di quelle del legno e del mobile (+21). Ancora negative, infine, le prospettive del tessile, abbigliamento e calzature (-9%).
Quadro prevalentemente positivo anche nel comparto del commercio al dettaglio dove le attese degli imprenditori intervistati mostrano un saldo di 6 punti percentuali in favore dell'aumento delle vendite tra luglio e settembre. Più equilibrate, e tutte in campo positivo, appaiono infine le attese degli imprenditori dei servizi. Nel complesso, le aspettative sull'andamento del volume d'affari del trimestre estivo si attestano a +7 punti percentuali (suddivisi tra +6 nella fascia al di sotto dei 50 dipendenti e +9 in quella oltre tale limite).
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LE ASPETTATIVE
20%
Gli ottimisti
Tra le industrie manifatturiere circa un quinto prevede un incremento della produzione nel trimestre in corso
+29%
L'energia
La filiera dell'energia è quella che sente maggiormente il consolidarsi della ripresa: il saldo ottimisti-pessimisti è positivo per29 punti per quanto riguarda le previsioni sugli ordini, +18 il saldo sul fatturato e +17 per la produzione
-14%
Tessile pessimista
Il settore del tessile-abbigliamento e delle calzature spicca ancora tra quelli maggiormente pessimisti. Le previsioni sulla produzione vedono prevalere questi del 14%