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Newsletter del 25 Ottobre 2010

La «nuvola» di Google taglia i costi delle Pmi
di Daniele Lepido

MILANO
Google strizza l'occhio al mondo delle aziende e si candida a diventare un nuovo partner informatico per la clientela business. Con almeno un paio di difficoltà "ambientali" legate al caso-Italia: la limitata diffusione della banda larga e un tessuto di micro-aziende che potrebbe finire, paradossalmente, per accontentarsi dei suoi servizi gratuiti.
Eppure non mancano grandi nomi che hanno già scelto Google: Intesa Sanpaolo, Permasteelisa, Roberto Cavalli o Fracarro hanno abbandonato, solo in parte o totalmente, i loro vecchi sistemi di information technology – tra posta elettronica, motori di ricerca interni e piattaforme video – per passare a Google nella sua versione enterprise. Una preferenza che, nel mondo, è già stata espressa da 3 milioni di società.
Per il marketing si chiama Google Apps Premier ma il nome magico è cloud computing, la migrazione di programmi e servizi sul web (la "nuvola", appunto), con un taglio dei costi fino al 70 per cento. Facile capire perché: al prezzo di 40 euro l'anno un account professionale di Google dà diritto a una casella email con 25 giga di spazio (contro i 7 di quella consumer), una piattaforma Voip con la traduzione istantanea in 42 lingue, la videochat, una suite per la creazione di mini siti web e i Docs per lavorare su documenti e presentazioni. Oppure l'autenticazione a due fattori, con una password fissa e una "usa e getta" spedita via sms. Tutto non (troppo) dissimile dalle applicazioni gratuite al netto di un'importante differenza: il supporto telefonico e via mail 24 ore su 24, per sette giorni alla settimana.
Un modello – quello del cloud computing – che ha proprio in Mountain View uno dei suoi ideatori primari per un trend che ha stravolto alcune vecchie liturgie aziendali come l'installazione degli applicativi e il pagamento delle licenze. Con qualche limite, almeno per l'Italia: la diffusione di banda larga, da noi non sempre ottimale, una certa distanza culturale delle Pmi, non sempre convinte di avere bisogno di servizi che vadano oltre a Gmail e quindi una buona dose di scetticismo sul tema della sicurezza.
Intanto il mantra del "motore di ricerca", vera anima di Google, ritorna in tutte le sue salse, compresa quella che consente attraverso l'installazione della Google Search Appliance (una scatola gialla bucherellata da applicare fisicamente alle reti) di portare l'algoritmo di Larry Page e Sergej Brin nelle applicazioni di ricerca della propria Lan o del proprio sito internet. Un "ferro" utilizzato da enti pubblici come le regioni Lazio e Valle d'Aosta, ma anche dalla provincia di Milano o dal comune di Firenze.
Ma perché si risparmia con il cloud computing? «Perché si eliminano di colpo spese per decine di migliaia di euro partendo semplicemente dall'adozione di Gmail – spiega Luca Giuratrabocchetta, il neo country manager di Google Enterprise Italy – eliminando i server di posta e lo storage, la manutenzione dell'hardware, gli aggiornamenti software o la necessità di backup/disaster recovery. Facciamo tutti noi». Con un taglio dei costi che parte dai 30mila euro, a seconda della tipologia di sistema informativo.
Nel mondo una delle aziende più importanti che ha adottato i sistemi di Google è il colosso della grande distribuzione Ahold, con 55mila dipendenti appena passati ad Apps, mentre in Italia c'è Permasteelisa, con 3mila account. Ogni azienda, poi, sembra fare un uso creativo del cloud: come il marchio della moda Roberto Cavalli che utilizza Google per pubblicare i video dello sfilate, rendendoli disponibili in tutte le sue boutique, oppure il servizio Google Forms che piace ai super-antennisti di Fracarro per gestire la modulistica interna.
Una delle resistenze più dure a morire delle imprese a passare al cloud computing riguarda proprio la sicurezza, come se avere il computer sotto la scrivania fosse di per sé garanzia di protezione. «Il tema della sicurezza è ovviamente una delle nostre priorità – spiega Giuratrabocchetta – basti pensare che da tre anni Google ha acquistato Postini (per oltre 600 milioni di dollari, ndr), società specializzata in security».
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