STAMPAINVIARIDUCI TESTOINGRANDISCI TESTO
Newsletter del 29 Novembre 2010

Imprese in campo per garantire tutele al design
di Giulia Crivelli

Ci sono voluti più di dieci anni, ma alla fine l'Italia, in maniera di tutela del diritto d'autore dei prodotti di design, si è allineata alla legislazione europea. Un ritardo paradossale, considerando quale sia stato e sia tuttora il ruolo dei designer e delle aziende italiane del legno-arredamento nel panorama globale. Come dimostra il Salone del mobile, una settimana del design che attira a Milano migliaia di addetti ai lavori da tutto il mondo. Un decreto legislativo entrato in vigore nel settembre scorso ha modificato l'articolo 239 del Codice della proprietà industriale, ripristinando la tutela per le opere che, dopo l'aprile del 2001, erano diventate di pubblico dominio (e quindi duplicabili senza limiti), e di fatto ponendo fuori dalla legalità quelle abusivamente riprodotte dopo il 2006.
Un traguardo importante, sul quale non deve esserci alcun tentennamento, come spiega Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria per l'internazionalizzazione: «Confindustria si è sempre impegnata per una effettiva tutela della proprietà industriale e per la valorizzazione di quel patrimonio di idee che consentono alle nostre imprese di essere competitive nel mercato globale. La normativa italiana sul design, così come contenuta nella attuale formulazione dell'articolo 239 del Codice di proprietà industriale, oltre ad essere compatibile con il diritto comunitario, è un importate passo a difesa di quella creatività di cui siamo giustamente orgogliosi. Mi auguro che non vi siano ripensamenti da parte del legislatore che possano vanificare questo importante risultato».
Sulla stessa linea Rosario Messina, presidente di Federlegno: «Il settore dell'arredamento esporta in oltre 150 paesi del mondo, è un patrimonio nazionale che produce lavoro ed occupazione ed è competitivo anche grazie all'apporto di creatività e design che trasfonde nelle sue produzioni. Dopo tanti sforzi finalmente è stata approvata una norma, quella dell'articolo 239, che riconosce e tutela in modo adeguato questi apporti a chi investe in design ed innovazione. Ci sembra un ottimo risultato, che Federlegno vuole sia preservato».
Pier Giovanni Giannesi, presidente del comitato sulla proprietà industriale di Confindustria precisa che «una proroga ulteriore del periodo transitorio di entrata in vigore della riforma dell'articolo 239 provocherebbe molti danni all'industria italiana». Secondo Giannesi il ritardo causerebbe l'aumento della contraffazione, ma ci sarebbero anche altri effetti negativi: «L'assenza di un solo titolare a cui possano risalire i diritti di proprietà intellettuale e i prodotti da essi coperti distruggerebbe i vantaggi competitivi di chi ha investito in innovazione, dissipandone il valore e tale perdita di valore non sarebbe soltanto a discapito dell'impresa titolare dei diritti, ma andrebbe a detrimento dell'intero sistema Italia, del quale prodotti e opere del disegno industriale sono i migliori ambasciatori nel mondo, stante la loro bellezza ed unicità».
Sull'importanza di non fare passi indietro è categorico anche Santo Versace, presidente della Fondazione Altagamma: «Il principio contenuto all'interno dell'articolo 239 è assolutamente condivisibile. Finalmente l'Italia si è allineata all'Europa, tutelando il diritto d'autore per la durata di 70 anni, anche in relazione alle opere di industrial design».
Stessa fermezza da parte di Carlo Guglielmi, presidente del comitato tutela marchi e lotta alla contraffazione di Confindustria ed ex presidente di Indicam: «Le posizioni di coloro che chiedono un differimento dell'entrata in vigore della norma non sono assolutamente condivisibili. E ciò tanto più posto che da almeno sei anni, costoro strumentalizzano il legislatore italiano per ottenere termini transitori apparenti ma di fatto sine die. Sono altresì a dir poco paradossali i loro argomenti – conclude Guglielmi – come se i posti di lavoro e gli investimenti riconducibili ai titolari dei diritti fossero meno degni di essere difesi di quelli dei "copiatori" che parassitariamente ne hanno approfittato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ARMONIZZAZIONE UE

Disegno industriale
La tutela del disegno industriale come diritto d'autore è prevista dalle norme italiane che recepiscono la direttiva 98/71/Ce
Copie consentite
A chi riproduceva, imitandole, opere di design sulle quali erano scaduti i diritti, e pertanto erano diventate di dominio pubblico, era stato consentito di continuare a produrre copie senza limiti di tempo
L'Avvocato generale Ue
Nelle sue conclusioni formulate nella causa C-168-09 (che vedeva la Flos contestare alla Semeraro il diritto a commercializzare la famosa lampada Arco, disegnata da Achille Castiglioni nel 1962), nel mese di giugno l'Avvocato generale Ue aveva tacciato la normativa italiana di contrarietà rispetto a quella europea, per la mancata tutela allungata del design
Il nuovo articolo 239 del Cpi
La nuova regola prevede che la protezione del diritto d'autore comprenda anche le opere di disegno industriale divenute di pubblico dominio anteriormente alla data del 19 aprile 2001. Chi produceva in buona fede poteva continuare a farlo, ma solo fino al 2006. Oltre diventa contraffazione

 
 Semplifica la gestione delle spese di business
Richiedi le Carte Supplementari per i tuoi collaboratori. Potrai snellire la gestione amministrativa, grazie a un unico strumento di pagamento per tutte le spese professionali e, in più, evitare scomodi anticipi di contante.

Scopri di più

 American Express Viaggi
Il sito viaggi di American Express ti offre tante opportunità di viaggio, hotel, noleggi auto e voli anche multi destinazione con le più importanti compagnie aeree.

Scopri di più

 Con American Express l'amicizia premia!
Invita i tuoi colleghi e amici a richiedere Carta American Express: per ognuno di loro che diventerà Titolare, riceverai fino a 25.000 punti Membership Rewards®.
Più ne presenti, più ti potrai premiare.

Scopri di più