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Newsletter del 14 Dicembre 2010

Le Pmi vanno all'università
di Francesca Barbieri

Le Pmi entrano in università. Un fenomeno in crescita, spesso alimentato dall'opportunità di beneficiare di finanziamenti pubblici, che porta anche i "piccoli" a incontrare il mondo accademico per realizzare progetti di ricerca e sviluppo. Fondamentale nel matching tra domanda e offerta di innovazione è il ruolo giocato dalle associazioni industriali. La Statale di Milano, ad esempio, ha stretto un accordo di collaborazione con Assolombarda, per avere un monitoraggio periodico di quelli che sono ritenuti dalle aziende dell'area milanese i settori più promettenti per la cooperazione tra ricerca universitaria e innovazione dell'impresa. «Oltre cinquanta progetti - dichiara Roberto Tiezzi, di Unimitt, il centro per il trasferimento tecnologico della Statale - sono in fase di valutazione per l'assegnazione della dote di ricerca applicata, una misura per il sostegno di assegni biennali finanziati dalla regione». Alla Sapienza di Roma il valore dei progetti di ricerca stipulati con enti privati si aggira sui 12 milioni di euro l'anno: nel 2009 su 290 contratti siglati, il 35% ha riguardato le pmi, con un "fatturato" medio di 35mila euro.
I contenuti dell'attività di ricerca sono la cartina di tornasole dell'esigenze del territorio, soprattutto quando la richiesta parte dalle Pmi. Il polo di Vicenza dell'università di Padova sviluppa progetti sul fronte delle macchine per il packaging del legno, il Politecnico di Bari stringe partnership con aziende della meccanica e dell'aerospaziale, mentre l'ufficio relazioni industriali di Roma Tre è attivo sul fronte Ict, dei trasporti e dell'aeronautica. L'università di Bergamo è all'avanguardia sul fronte delle energie rinnovabili, mentre a Udine il dipartimento di ingegneria elettrica gestiste una sessantina di contratti l'anno nel campo delle tecnologie dell'infomrazione e della comunicazione, oltre che dell'ingegneria gestionale e meccanica.
Da Nord a Sud, la maggior parte dei responsabili dei centri di ricerca accademica evidenzia come il muro insormontabile che tiene lontane dalle università molte piccole imprese è rappresentato dai tempi lunghi necessari per realizzare i progetti, legati all'eccesso di burocrazia. «Nella maggior parte dei casi le imprese hanno richiesto finanziamenti pubblici per mettere a punto progetti di ricerca - osserva Alessandro Albino Frezza, responsabile dell'Industrial liaison Office di Roma Tre - e dover aspettare anche un anno per avere i fondi è un forte deterrente».
Un problema che si gestisce meglio se le dimensioni dell'ateneo sono small. Alla Liuc di Castellanza, il laboratorio «Lab#ID» opera da 4 anni e grazie alla partnership con l'Unione degli industriali della provincia di Varese, ha realizzato oltre 40 progetti, molti con piccole e medie imprese. «Le micro aziende - spiega il ricercatore Samuele Astuti - spesso fanno rete riuscendo a ottenere buone economie di scala sui costi, perchè nel nostro caso solo un quinto delle aziende beneficia di fondi pubblici». È il caso, ad esempio, di quattro Pmi che per creare una collaborazione sulla catena logistica si sono rivolte al laboratorio di Castellanza per studiare un sistema di indentificazione dei prodotti in ogni fase di lavorazione, ma c'è anche l'antica stamperia che è riuscita a tracciare al meglio l'avanzamento della propria produzione.
I grandi Politecnici - da sempre molto forti sui progetti di ricerca di grosso calibro - si sforzano di andare incontro alle esigenze delle Pmi con nuove iniziative. «Le piccole aziende - spiega Enrico Macii, prorettore alla ricerca del Politecnico di Torino - cercano sempre più supporto dagli atenei ma faticano a trovare l'interlocutore giusto, ragion per cui stiamo realizzando una mappatura delle varie strutture e competenze dell'ateneo da rendere presto accessibile online». Il Politecnico di Milano, infine, punta ad ampliare i contratti di licenza dei brevetti, «uno strumento - riferiscono dall'ateneo - per presentare la nostra competenza nella ricerca applicata e la capacità di fornire alle imprese risultati di concreto valore economico».
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Le ultime iniziative
1 UNIVERSITÀ DI PADOVA

Nel dipartimento di Vicenza, ogni anno si realizzano progetti per conto delle imprese per un valore di 1,5 milioni. Tra i settori dominanti, quello della produzione di macchine per il packaging, progetti nel campo dell'energia e della termodinamica. Un centinaio i ricercatori presenti.

2 POLITECNICO DI MILANO

Ogni anno il Politecnico deposita una ventina di brevetti in contitolarità con aziende medio piccole, come risultato di ricerche congiunte. Le imprese ottengono la piena libertà di sfruttare economicamente i brevetti, mentre l'ateneo arricchisce il suo portafoglio di proprietà industriale.

3 LA SAPIENZA DI ROMA

Recente l'accordo con Federlazio (Federazione che raggruppa 4mila pmi laziali) per favorire i rapporti sistematici tra Pmi e università. L'accordo prevede periodici incontri tematici tra gruppi di imprenditori e team di ricercatori affini per aree tematiche.

4 POLITECNICO DI TORINO

È «Innovation front-end», un indirizzo e-mail dedicato alle Pmi che cercano supporto per l'attività di ricerca, l'ultima iniziativa del Politecnico di Torino per agevolare l'incontro tra ricerca e realtà produttive. A inizio hanno sarà disponibile anche una banca dati con la mappatura delle aree di ricerca disponibili.

Cosa prevede la legge di stabilità

100 milioni
Il budget
Il maxi-emendamento alla legge di stabilità approvata alla Camera
autorizza la spesa di 100 milioni di euro per il 2011 con l'obiettivo di finanziare la concessione di un credito d'imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca.

1 IL PERIODO AGEVOLATO

Il credito d'imposta spetta per gli investimenti realizzati a partire dal 1° gennaio 2011, in misura percentuale sui costi sostenuti per attività di ricerca e sviluppo riferiti a contratti stipulati con università o enti pubblici di ricerca. Il credito d'imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi e non concorre alla formazione del reddito nè della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive
2 IL DECRETO ATTUATIVO

Con decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il ministero dell'università e quello dello sviluppo economico sono individuate le disposizioni di attuazione della norma: tipologie di interventi suscettibili di agevolazione, soggetti beneficiari meritevoli di agevolazione, percentuale di agevolazione, nonchè le modalità di fruizione del credito d'imposta nel rispetto del limite di spesa complessivo.
3 INNOVATION VOUCHER

L'agevolazione potrebbe prendere la forma di innovation voucher, buoni spesa per la ricerca che le imprese utilizzano per pagare le università o i centri di ricerca in cambio di progetti innovativi. Gli innovation voucher sono già utilizzati in Olanda, Irlanda, Regno Unito e in alcune Regioni d'Italia (ad esempio Lombardia, Piemonte e Puglia). L'importo dei voucher in discussione non dovrebbe superare la soglia dei 7.500 euro.

 
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