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Newsletter del 24 Gennaio 2011

Per le Pmi può iniziare l'anno della svolta
di Chiara Bussi

Nuove prove di ripresa per l'economia mondiale. Qualche segnale positivo non manca, come le buone notizie della scorsa settimana sul mercato del lavoro Usa. Ma quest'anno la marcia sarà «graduale e irregolare» secondo l'Ocse e «a due velocità» a detta del Fmi.
Le ombre all'orizzonte non si sono ancora dissipate, con alcuni rischi che potrebbero irrompere sulla scena. Dai debiti sovrani alle pesanti correzioni di bilancio nella Zona euro, all'incognita del rilancio dei consumi oltre oceano, fino alla corsa del petrolio che si avvicina ai 100 dollari al barile e alla volatilità dei cambi: non sono poche secondo gli economisti le probabili zavorre. È questa la situazione che le oltre 4 milioni di Pmi italiane dovranno aspettarsi per i prossimi dodici mesi.
«Il 2011 ha buone probabilità per essere l'anno del vero punto di svolta», dice Luigi Campiglio, prorettore dell'Università Cattolica di Milano. Questo perchè «le prospettive di breve termine dell'economia mondiale sono diventate più favorevoli – spiega Luca Mezzomo, responsabile delle ricerche macroeconomiche di Intesa Sanpaolo – la crescita globale è però destinata a rallentare rispetto al 2010: prevediamo un ritmo del 4,4% rispetto al 4,6% stimato per l'anno scorso, ma il rischio di una fine prematura della ripresa continua a essere minimo». Al di là del dato medio, il passo cambia a seconda delle aree. Quest'anno – secondo l'istituto – gli Usa cresceranno del 3,1% rispetto al 2,8% stimato nel 2010 e un'accelerazione è prevista anche per l'Europa orientale, mentre la zona euro dovrebbe confermare il livello dello scorso anno con un Pil in crescita dell'1,7%, con l'Italia sotto la media all'1 per cento.
Gli sforzi di Eurolandia, che da due giorni ha aperto le porte all'Estonia, saranno rivolti nel 2011 al consolidamento di bilancio. Un'ondata di austerity già in corso in Grecia, Irlanda e Portogallo, con pesanti correzioni fiscali in cantiere anche per il 2011, mentre la Spagna continua a essere una «sorvegliata speciale» da parte dei mercati. Tutte misure necessarie, ma da tenere d'occhio, perché la fase di rigore, sottolinea Mezzomo, «potrebbe colpire la domanda interna di questi paesi con ripercussioni anche per le esportazioni delle Pmi italiane». Per la zona euro, aggiunge Campiglio, «la vera sfida sarà riuscire a riconquistare la credibilità per far sì che i timori di una dissoluzione della moneta unica tornino a essere impensabili. Per farlo servono però azioni politiche concrete».
L'area euro ha intanto ritrovato la locomotiva tedesca, che resta il primo mercato di sbocco per le esportazioni italiane e a detta degli economisti si metterà in luce anche nel 2011. Le speranze di un'effettiva ripresa di tutta l'area vanno tutte in direzione di Berlino: «Dovrà comportarsi come Anchise con Enea e portare sulle sue spalle tutta l'area. Dalle sue sorti – dice Giulio Sapelli, ordinario di Storia economica all'Università Statale di Milano – dipendono quelle di tutta l'area. L'altra incognita è l'effettiva ripresa del l'economia mondiale, ma resto convinto che ci sarà e sarà guidata dagli Usa, con India e Brasile al loro fianco».
I consumi saranno la chiave di volta dello scenario economico degli Stati Uniti e sono appesi al filo degli incentivi fiscali del pacchetto Obama approvato prima delle festività natalizie. Secondo le stime di Intesa Sanpaolo dovrebbero aumentare di oltre il 3% quest'anno, anche alla luce del rialzo strutturale del tasso di risparmio. «La crescita americana, però – precisa Mezzomo – è presa a prestito dal futuro, perché il sentiero dei conti federali diventa sempre più insostenibile».
Sul fronte degli emergenti gli occhi degli economisti sono puntati sul Brasile: «È destinato a diventare la nuova Germania – spiega Sapelli – negli ultimi 20 anni ha creato una borghesia contadina, dando vita a imprese medie e grandi e a una ricchezza diffusa, con opportunità anche per le Pmi italiane».
E la Cina? «Pechino resta uno dei mercati a maggiore crescita – rileva Mezzomo – anche se è possibile che sia soggetta a fasi di boom and bust. Il rischio principale è sul mercato immobiliare, dove è in atto un forte rialzo dei prezzi. Ma questo surriscaldamento dovrebbe avere un effetto limitato sulla crescita».
In attesa di segnali concreti di svolta, conclude Sapelli, «a fare la differenza sarà la creatività imprenditoriale», alla ricerca, gli fa eco Campiglio, di «nicchie di mercato e nuovi sbocchi».
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I numeri per il 2011
Uno scenario della crescita mondiale a due facce nel 2011. Secondo le stime macroeconomiche più recenti il dato medio sarà inferiore a quello del 2010.
È prevista un'accelerazione negli Usa e nell'Europa centrale e un rallentamento nell'Asia orientale (che viaggerà però ancora sopra il 7%), mentre l'area euro dovrebbe confermare la performance del 2010 (+1,7%).
L'inflazione appare per ora sotto controllo, a eccezione della Cina. Conti pubblici in affanno negli Usa e in alcuni paesi dell'area euro (Irlanda, Spagna e Grecia in testa)

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