di L. Ca.
MILANO
Le regole Ifrs per le piccole e medie imprese sono su un binario morto ormai da un anno e anche la fiducia dell'Europa sulla piena indipendenza di giudizio dello Iasb non si sente troppo bene. Ci sono anche le valutazioni dell'Oic – disponibili sul sito della fondazione – tra quelle raccolte, «nella consultazione pubblica appena conclusa – spiega Giancarlo Attolini, vicepresidente del comitato piccoli-medi studi professionali di Ifac (l'associazione internazionale dei commercialisti) – dal cosiddetto Monitoring Group, costituito due anni fa dai principali regulators mondiali (dalla Sec alla Commissione Ue, dalla Japanese financial services agency allo Iosco) proprio per verificare i requisiti di autonomia e responsabilità dello Iasb di Londra». Anche Roma si è unita alle perplessità e alle preoccupazioni di altri Paesi: servono una più chiara definizione delle relazioni tra gli Oic nazionali e il board londinese che redige i criteri contabili e un cambio nella sua struttura di finanziamento. «Operando nell'interesse pubblico – si legge nel documento Oic – lo Iasb dovrebbe essere finanziato dai Paesi che concretamente adottano gli Ifrs e non da soggetti che rappresentano interessi privati».
La crisi di fiducia tra Commissione Ue e Iasb parte dal 2007, quando il crollo finanziario ha mostrato le difficoltà del sistema economico europeo a gestire le oscillazioni e le perdite secondo i principi contabili internazionali varati da pochi anni. «A ciò si aggiunge la difficoltà di Paesi europei in cui i principi nazionali sono consolidati a digerire – commenta Attolini – la proposta di un Ifrs per le Pmi».
Un recente sondaggio condotto dall'"Oic tedesco" ha chiesto a 4mila imprese tedesche non quotate se preferivano l'Ifrs for Sme o i criteri nazionali: l'83% ha optato per gli standard tedeschi. «In ogni caso – afferma Attolini – la lettera che l'estate scorsa l'Efrag ha scritto allo Iasb ritenendo incompatibili gli Ifrs per le Pmi con le attuali direttive contabili ha di fatto congelato l'omologazione. Invece, nelle economie emergenti – Cina e Brasile – gli Ifrs per le Pmi si stanno diffondendo rapidamente».
Tanto che in settimana, il commissario Ue al Mercato Interno, Michel Barnier ha valutato con preoccupazione l'obiettivo di giungere a una convergenza contabile tra Iasb e Fasb (la controparte Usa) entro giugno: «La convergenza – ha detto Barnier – non dovrebbe andare a scapito della qualità. Inoltre è essenziale dissipare ogni dubbio sull'indipendenza dello Iasb». Da una saldatura tra Usa, Cina e Brasile, l'Europa potrebbe diventare periferia sulle scelte contabili.
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