Pagherà caro l'avvocato che non indicherà nell'atto introduttivo del giudizio il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, il fax e il codice fiscale del cliente. La sanzione comminata al difensore sarà pari alla metà dell'importo del contributo unificato da versare per iscrivere la causa.
In questo modo, per le controversie instaurate dopo l'entrata in vigore del decreto, gli uffici di cancelleria deputati alla iscrizione a ruolo delle cause civili, amministrative e tributarie (per quest'ultimo si veda anche al pagina a fianco) dovranno svolgere un doppio controllo sugli atti: non solo dovranno verificare che la dichiarazione di valore nell'atto introduttivo del giudizio corrisponda all'esatta entità della causa e del relativo importo versato a titolo di contributo unificato, ma dovranno anche verificare che il difensore abbia espressamente indicato nell'atto, oltre al proprio codice fiscale, anche quello del cliente, nonché l'indirizzo di posta elettronica certificata e di fax dove intende ricevere le comunicazioni sul processo.
La sanzione ha lo scopo di fungere da monito per la corretta indicazione dei dati che sono necessari e indispensabili per dare concreta attuazione all'avvio delle procedure di comunicazione e notificazione degli atti giudiziari per via telematica introdotte per semplificare e velocizzare le procedure. È da qualche anno ormai che le modifiche normative sono orientate verso un risparmio di costi e di tempi processuali. Si è trattato di un percorso a tappe iniziato con la legge 80/2005, che ha richiesto per la prima volta (nell'ambito della riforma organica delle procedure concorsuali) l'indicazione del numero di fax e di posta elettronica presso il quale l'avvocato dichiarava di volere ricevere gli avvisi. Il Dl 185/2008 ha poi introdotto l'obbligo per imprese, professionisti e pubbliche amministrazioni a munirsi di una casella Pec da inserire in pubblici elenchi. Per gli avvocati deve risultare dall'albo del foro di appartenenza consultabile online. Con la manovra, ora, usciranno arricchite diverse norme: quella che indica per il rito civile il contenuto dell'atto di parte, per il rito tributario quella sulle comunicazioni e notificazioni e per il rito amministrativo quella sulle comunicazioni e depositi informatici.
A.I.
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