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Newsletter del 29 Luglio 2011

L'innovazione va spinta

Cna e Bcc dell'Emilia Romagna hanno presentato nelle scorse settimane i dati di 10 anni di congiuntura regionale (2001/2010) rilevati grazie all'Osservatorio Trender . L'universo delle micro e piccole imprese (1-19 addetti) di questa regione risulta di notevole importanza per l'economia e la struttura produttiva: nel decennio ha rappresentato il 98% del totale delle imprese attive con una occupazione di oltre il 50% del totale degli addetti.
In questo periodo sono state rilevate alcune costanti strutturali: l'importanza della produzione conto terzi, che nei settori metalmeccanico, legno-mobili e moda si attesta su valori che stanno sopra il 70-80% del totale delle imprese con 1-19 addetti; il peso limitato del fatturato estero, sempre inferiore al 5%; la forte propensione alle aggregazioni come dimostra l'elevata numerosità dei gruppi di impresa; l'incremento delle società di capitali a scapito di quelle di persone è stato significativo in parecchi settori.
La crisi ha comunque fermato il processo di crescita e soprattutto di consolidamento strutturale e dimensionale registrato dalle micro e piccole imprese e ha riprodotto una situazione tipica dei momenti difficili con un aumento proporzionalmente più consistente delle imprese individuali, che in tali contesti diventano anche rifugio e occasione di ripartenza per molti espulsi dal mondo del lavoro in seguito ai processi di ristrutturazione.
Dall'altra parte, L'equilibrio che il sistema regionale ha trovato a livelli tecnologici intermedi è più avanzato di quello complessivo nazionale. Mostra, tuttavia, alcuni vincoli che si riverberano dal punto di vista di una maggiore sensibilità agli effetti della crisi economica ancora in atto. Le politiche necessarie a valorizzare più favorevolmente le positive caratterizzazioni dell'economia regionale non possono che essere quelle volte all'innovazione, non genericamente declinata, ma specificamente legata alla conoscenza e alla sua sistematica diffusione tramite reti, database, canali di diffusione delle conoscenze concepiti per essere adottati e utilizzati dalle imprese più piccole, formazione di un capitale umano nuovo. Le micro e le piccole imprese necessitano non solo di infrastrutture efficienti e pienamente fruibili nonostante le ridotte dimensioni, ma anche di pacchetti software concepiti in base alle loro esigenze, di accesso a basi di dati e informazioni che ne consentano il pieno inserimento nei canali di circolazione delle conoscenze. La formazione del capitale umano deve sintonizzarsi ai fabbisogni potenziali di un sistema delle imprese che cresce nei percorsi della conoscenza, senza appiattirsi sul fabbisogno concreto attuale ma proiettandosi attraverso l'interagire della ricerca con la didattica sugli orizzonti possibili delle innovazioni tecnologiche e organizzative.
Lo spartiacque che si delinea mostra che non può essere l'assetto precedente a configurare il punto di forza per la ripresa della nostra economia: la crisi ha evidenziato l'inadeguatezza del modello precedente la cui forza consisteva nel sapersi adattare alle condizioni di mutevolezza dei mercati ma senza evolvere nei contenuti di conoscenza scientifica e nelle capacità di innovare sistematicamente. Le nuove condizioni con cui si configurano le possibilità di ripresa – dalla capacità di guidare i processi di globalizzazione delle conoscenze e dei mercati a quella di raggiungere i livelli più elevati delle tecnologie e di mantenere le posizioni raggiunte attraverso la sistematizzazione di ricerca e sperimentazione – impediscono di pensare che si possa tornare ai livelli precedenti di utilizzo della capacità produttiva mantenendo gli orientamenti intermedi o a bassa intensità di ricerca e sviluppo. Mentre il ritorno ai livelli pre-crisi è previsto dalla quasi totalità degli esperti non prima di 4- 5 anni, le imprese stanno producendo ancor oggi a un basso tasso di utilizzo degli impianti. Considerando le azioni da intraprendere, si può concludere, sintetizzando, con alcune indicazioni che pongono in un rapporto di causa-effetto alcuni strumenti e obiettivi: più innovazione si immette nel sistema, più sarà necessario un consolidamento delle imprese; le microimprese, funzionali alla flessibilità dell'offerta rispetto alle variazioni congiunturali tenderanno ad avere una funzione via via decrescente per importanza; le relazioni tra imprese sono destinate a cambiare profondamente a seguito dell'accorpamento del ciclo produttivo e di una maggiore complessità del sistema; il decentramento produttivo assumerà caratteristiche maggiormente innovative sotto il profilo delle relazioni funzionali; diventeranno assai importanti le esternalità intersettoriali anche se non saranno cancellate quelle distrettuali.

Gabriele Morelli

Segretario Cna Emilia-Romagna

 
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