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Newsletter del 24 Ottobre 2011

Innovazione e Pmi, le Regioni premiano chi si mette insieme

PAGINA A CURA DI
Enrico Netti
Università, mondo della ricerca e imprese, tutti uniti nelle reti di aggregazione, in progetti d'innovazione congiunti dove il trasferimento tecnologico verso le aziende è lo scopo. Questo il modello prevalente di sviluppo seguito dalle Regioni, con il territorio che va in aiuto delle sue imprese, sempre più in debito d'innovazione a causa del credit crunch e della crisi. Un sostegno fatto di fondi e altri pacchetti di agevolazioni per la ricerca che entra in azienda.
La scorsa settimana diverse regioni, dal Friuli alla Lombardia, dal Lazio al Piemonte, hanno seguito con forme più o meno simili questa strategia. Complessivamente sono stati stanziati più di 500 milioni di euro per bandi che puntano a favorire l'innovazione, dalla creazione di spin off e di start up alla ricerca e al suo trasferimento nel mondo produttivo.
«L'assessorato allo sviluppo delle regioni può svolgere un ruolo di pivot innovativo – premette Raffaello Balocco, responasbile scientifico dell'Osservatorio innovazione Ict e Pmi del Politecnico di Milano – perché la Pa deve anticipare le esigenze delle aziende».
Se spesso la necessità di fare innovazione si scontra con budget ridotti al minimo Balocco lancia un suggerimento alle regioni. «Si deve pensare a creare un "catalogo della ricerca industriale", come quello dell'Emilia-Romagna dove sono raccolte le ricerche, i progetti e le altre attività già svolte - spiega il ricercatore -. In questo modo si riduce il rischio di doppioni».
Per quanto riguarda le modalità di erogazione degli incentivi, oltre ai classici bandi, da rendere più semplici ed erogati in tempi più rapidi degli attuali «perché i tempi di chi fa impresa non possono aspettare le lungaggini burocratiche» i Governatori delle regioni possono agire anche su altri fronti. Come avvicinandosi al territorio sul modello dell'«assessorato itinerante» voluto da Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia e assessore all'Industria e Artigianato. Una serie di incontri sul campo per rendersi conto della situazione e delle istanze che arrivano dagli imprenditori. «I bandi consentono alle imprese di mettersi insieme, di aggregarsi per competere e di collaborare strettamente con università e centri di ricerca - rimarca Gibelli -. L'obiettivo della Lombardia è di passare da un sistema di singole eccellenze a un sistema di cluster e di reti d'impresa che dialogano con il mondo accedemico. È fondamentale continuare a favorire i processi di aggregazione che possono aumentare la competitività unendo capacità, competenze e risorse».
Una visione condivisa nel Veneto dove i bandi privilegiano la realizzazione di progetti innovativi e di aggregazioni di imprese ad alto contenuto tecnologico. «Stiamo operando come piattaforma di raccordo pubblico per alimentare, veicolare e facilitare la trasferibilità del ricco patrimonio d'innovazione e la ricaduta dei risultati delle ricerche di università, centri di eccellenza e detentori della conoscenza verso le imprese, con le quali creare una rete di relazioni» spiega Marialuisa Coppola, assessore all'Economia e sviluppo, ricerca e innovazione del Veneto. Finora, grazie alla legge regionale 9/2007, sono stati finanziati 215 progetti con 44 milioni e quest'anno è probabile l'attivazione, usando gli stessi fondi della legge 9/2007, di un fondo di rotazione che prevede una quota a fondo perduto e una parte a restituzione, con un ulteriore stanziamento di circa 40 milioni.
In Puglia sono quattro i bandi del Piano straordinario per il lavoro, con una dote totale di 30 milioni mentre le risorse già impegnate nel biennio 2010-2011 ammontano a un miliardo. «Abbiamo fatto in modo che la ricerca entri nella piccola impresa generando innovazione di processo e di prodotto - sottolinea Nichi Vendola, presidente della Regione –. Così anche le imprese più piccole si aggregano grazie ad incentivi ad hoc e accedono a piattaforme innovative che non potrebbero permettersi».
In Toscana sono circa 1.600 le aziende, di cui la maggioranza microimprese, coinvolte nella riorganizzazione del sistema della ricerca verso il mondo produttivo che ha portato alla costituzione di 12 poli d'innovazione. «Sono anche stati definiti cinque distretti tecnologici regionali che devono stimolare la competitività dei territori – sottolinea Gianfranco Simoncini, assessore alle Attività produttive, lavoro e formazione -. Lavoreranno in sinergia con l'attività dei poli di innovazione e le aggregazioni di imprese e centri di ricerca».
Cluster tecnologici e bandi per la ricerca sono all'ordine del giorno anche in Liguria. «È attivo un bando per le start up, è in fase d'istruttoria un bando per la ricerca nelle aziende e un'altro per le Pmi del distretto delle tecnologie del mare» ricorda Renzo Guccinelli, assessore allo sviluppo economico. Per quest'ultimo bando sono finora giunte 50 domande per un importo di 14 milioni contro i 9 della dotazione.
Con lo stanziamento di 200 milioni del Piano per la competitività il Piemonte rifinanzia le piattaforme tecnologiche esistenti e sceglie di creare quattro nuove piattaforme. Guardando al potenziamento dei sistemi territoriali ma anche l'acquisizione diretta di innovazioni da parte della Pa locale oltre alla realizzazione di laboratori aperti da mettere a disposizione delle aziende.
Il confronto tra questi modelli d'innovazione e dei legami tra imprese e centri di ricerca saranno il tema del convegno inaugurale il prossimo 19 ottobre dello Smau, ospitato a Fieramilanocity. Il titolo è esplicito: «Le imprese si confrontano con i territori» a cui parteciperanno gli assessori alle Attività produttive e all'innovazione di una decina di regioni italiane e gli amministratori delegati dei principali player del mondo dell'Ict. Verrà anche distribuito l'«Annuario dell'innovazione 2012» con la descrizione delle politiche regionali e le attività a sostegno di start up, un centinaio quelle presenti a Smau, e del trasferimento tecnologico tra impresa e università.
enrico.netti@ilsole24ore.com
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Gli incentivi dei governatori

LOMBARDIA

ROBERTO FORMIGONI

Contributi e voucher. Sono previsti voucher per i processi di brevettazione e, dalla scorsa settimana, sono a disposizione i 118 milioni del bando per la ricerca che si chiude il 23 novembre

TOSCANA

ENRICO ROSSI

Focus sulle micro imprese. Con una dote di circa 580 milioni per il periodo 2012-2015 si punta a riorganizzare il sistema di trasferimento tecnologico verso le Pmi e le realtà artigianali, il 90% del manifatturiero della regione

LIGURIA

CLAUDIO BURLANDO

Polo hi-tech. Complessivamente sono stati finanziati quattro bandi per circa 50 milioni di euro. Ora si punta sul polo tecnologico di Erzelli, villaggio della tecnologia che ospiterà aziende e la facoltà d'ingegneria di Genova

LAZIO

RENATA POLVERINI

Quattro bandi. Sono a disposizione, per i prossimi due anni, quattro bandi per un totale di 58 milioni che si aggiungono al primo Piano triennale per la ricerca con una dote di 237,5 milioni

PUGLIA

NICHI VENDOLA

Quattro interventi. Con una dotazione di 30,6 milioni si punta alla ricerca, alla diffusione dell'informatica e al trasferimento dei frutti della ricerca al prodotto. Non mancano gli aiuti per le Pmi innovative di nuova costituzione

FRIULI VENEZIA GIULIA

RENZO TONDO

Misure anticrisi. Oltre ai bandi già in vigore per il distretto del mobile di Pordenone ora sono disponibili 5 milioni da impiegare per l'innovazione di processi e prodotti, l'internazionalizzazione e la certificazione del prodotto

VENETO

LUCA ZAIA

Più fondi. Finora sono stati finanziati 215 progetti con 44 milioni e nel 2011 è probabile l'attivazione di un fondo di rotazione che prevede una quota a fondo perduto e una parte a restituzione, con un ulteriore stanziamento di circa 40 milioni

CAMPANIA

STEFANO CALDORO

Computer e ricerca. Per l'informatizzazione di circa 250-300 Pmi è aperto un bando da 25 milioni mentre per favorire le aggregazioni tra imprese e centri di ricerca sono stati stanziatii 50 milioni di euro

 
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