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Newsletter del 28 Maggio 2012

Passi avanti per allentare i vincoli sui prestiti alle Pmi
di Giuseppe Chiellino


CITTÀ DEL MESSICO. Dal nostro inviato
Le buone notizie per le piccole e medie imprese italiane su Basilea 3 arrivano soprattutto dall'Europarlamento che lunedì sera ha approvato in commissione Affari economici e finanziari numerosi emendamenti al testo della direttiva (Capital requirement directive) e al relativo regolamento. Tra questi quello più importante per il sistema economico italiano, ma non solo, è il "Pmi supporting factor", un correttivo proposto nei mesi scorsi da Confindustria, Alleanza delle Cooperative e Rete imprese Italia, insieme all'Abi.
Si tratta di un moltiplicatore pari a 0,7619 da applicare, a valle del calcolo dei risk weighted assets (Rwa), ai prestiti alle piccole imprese, per compensare l'incremento del requisito patrimoniale minimo chiesto alle banche. In pratica, sui prestiti concessi alle Pmi, il requisito di capitale richiesto alle banche resterebbe all'8% attuale e non salirebbe al 10,5 per cento come previsto dalla norma generale. Secondo la proposta italiana, sostenuta anche dalle banche di credito cooperativo e fatta propria dalle associazioni bancarie e imprenditoriali europee, questo moltiplicatore deve essere applicato a tutte le banche (balancing factor), a prescindere dal metodo di ponderazione del rischio che queste adottano (standard o Irb) in modo da coprire anche i piccoli istituti di credito che non adottano l'Irb ma che finanziano quasi esclusivamente Pmi.
Questa misura, sostenuta con forza anche dalla Commissione Ue e in particolare da Michel Barnier (Mercato interno) e Antonio Tajani (Industria e imprese) evita di provocare un nuovo credit crunch, questa volta determinato dalle regole e non dalle condizioni di mercato, che colpirebbe soprattutto le Pmi. «Se le banche hanno vincoli troppo stretti non possono più fare credito alle imprese. La nostra è una strategia complessiva a sostegno delle Pmi europee e della nostra economia reale fatta da 23 milioni di imprese» ha commentato Tajani da Città del Messico dove sta accompagnando una delegazione di imprese europee in una missione di crescita che nei giorni scorsi ha già toccato Washington e New York e domani si sposterà a Bogotà. «Anche questa missione si inserisce nella nostra strategia di supporto alle imprese che si sentono incoraggiate e non abbandonate a se stesse quando, andando in nuovi mercati, sentono di avere alle spalle il sostegno dell'Unione europea». Nel corso della missione, Tajani ha firmato diversi accordi politici che puntano tutti creare un contesto favorevole per gli investimenti delle imprese europee.
Tra gli emendamenti ne è stato approvato anche uno che in parte contraddice il contenuto di quello precedente. Ma sono tanti i passaggi delle due versioni che il "Trilogo", Europarlamento, Consiglio e Commissione, in un laborioso lavoro di sinossi nei prossimi giorni dovrà comporre punto per punto per arrivare ad un testo di sintesi, condiviso e soprattutto applicabile nella quotidianità dell'economia reale europea. Anche perché la bontà del testo uscito dal Consiglio Ecofin ieri sera era ancora tutta da verificare. «Per esempio - osserva un banchiere - non promette nulla di buono la concessione al Regno Unito sul margine di autonomia delle autorità nazionali nel rendere più rigidi i requisiti». E non è un caso che Barnier ma anche l'Eba abbiano già espresso riserve su questo punto preannunciando modifiche.
I lavori del Trilogo partiranno il 24 maggio, in modo da arrivare al voto definitivo del Parlamento entro fine giugno. La direttiva entrerà in vigore il primo gennaio prossimo. «Non siamo ancora al traguardo finale - commenta un esperto indirettamente coinvolto nel processo di definizione della direttiva - ma si sono create le condizioni per arrivare ad un quadro complessivo di regole in grado di contrastare il ciclo economico negativo e non di accentuarlo come invece si temeva».
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I NUMERI



8%
La norma per le Pmi
Secondo la proposta approvata lunedì sera in Commissione all'Europarlamento, sui prestiti concessi alle Pmi il requisito di capitale richiesto alle banche resterebbe all'8% attuale e non salirebbe al 10,5 per cento come previsto dalla norma generale
3%
L'accordo Ecofin
Il cuscinetto di capitale (capital buffer) aggiuntivo che le autorità nazionali potranno introdurre oltre al requisito del 7% previsto dall'accordo di Basilea 3
8.300
Ad ampio raggio
Il numero di istituti di credito europei interessati dall'accordo Ecofin di ieri

 
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