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Newsletter del 23 Luglio 2012

Al di là della fantascienza
di Marco Passarello

La ricerca scientifica è quasi sempre soggetta a forti vincoli. Se finanziata da privati, è obbligata a puntare su risultati che si prestino a uno sfruttamento commerciale in tempi brevi. Mentre nelle istituzioni pubbliche deve spesso lottare per la spartizione di risorse limitate. Ambedue le situazioni non sono ideali per ricerche che puntino a cambiare veramente il mondo, affrontando problemi del tutto nuovi che richiedono un impegno intenso e prolungato. Per questo l'Unione europea ha creato il programma Fet (Future and emerging technologies, tecnologie future ed emergenti), che si propone di facilitare la ricerca su temi «al di là della fantascienza» mettendo a disposizione finanziamenti adeguati. L'idea è creare progetti tecnologici complessi e di lungo periodo, paragonabili per ampiezza e potenziale innovativo allo sbarco sulla Luna.

Al centro dell'iniziativa ci sono i Fet Flagship Pilots, sei progetti-pilota che sono stati selezionati con una competizione lanciata nel luglio 2010 e terminata nel dicembre dello stesso anno. Per poter aspirare a essere inclusi nel programma, i progetti dovevano prendere spunto da risultati scientifici non ancora convertiti in tecnologia; richiedere una collaborazione multidisciplinare e lo sforzo combinato di più laboratori europei; e basarsi su una visione ambiziosa e unificante, che andasse oltre i programmi scientifici correnti e avesse un programma a lungo termine (10 anni di durata).

I sei progetti selezionati, di cui uno italiano, sono descritti in queste pagine. Ciascuno di essi ha ricevuto un cospicuo finanziamento, pari a 1,5 milioni di euro, per realizzare, in un anno di tempo, uno studio di fattibilità. I risultati degli studi verranno esposti domani a Bruxelles nel corso della conferenza finale dei Fet Flagship Pilots, presieduta dal direttore Thierry Van der Pyl e con il ministro Francesco Profumo a rappresentare l'Italia. Solo due dei progetti pilota verranno selezionati per essere promossi a Fet Flagship Initiative. Ciascuna delle due iniziative riceverà un colossale finanziamento di un miliardo di euro, suddivisi in dieci anni, per essere portata avanti. Noi speriamo ovviamente che uno dei due selezionati sia il progetto italiano. Ma, qualunque sia la scelta, in tutti i progetti si respira l'atmosfera di un futuro eccitante e ricco di possibilità. Qualcosa di cui l'Europa in crisi di fiducia avrebbe tanto bisogno.


Le cinque potenziali rivoluzioni
futurict
Una chiave per la complessità
Presentato da Stephen Bishop dell'University College of London, il progetto FuturIct si propone di mettere a disposizione dell'umanità un'infrastruttura per la gestione di situazioni complesse. Il suo cuore è la creazione di una simulazione computerizzata del nostro pianeta, detta Living Earth Platform, che dovrebbe fare sia previsioni per aiutare i governanti a prevenire i problemi e allestire politiche di lungo periodo, sia consentire una risposta efficace a disastri provocati dall'uomo e che coinvolgono gruppi di nazioni o interi continenti. Il sistema dovrebbe analizzare problemi globali di qualsiasi genere, prevedendo crisi in campo ambientale, economico, sociale e politico. Il programma
pone numerose sfide interdisciplinari riguardo alla raccolta dei dati,
al loro uso per creare un quadro unificato e alla presentazione dei risultati perché non si prestino a manipolazioni. (m.pa.)


Gli infiniti usi di un nuovo materiale

graphene
Presentato da Jari Kinaret della Chalmers University of Technology, Svezia, questo progetto si pone come obiettivo lo sfruttamento del grafene nell'industria elettronica e informatica. Il grafene è un esempio di materiale che a brevissima distanza dalla sua scoperta promette un gran numero di innovazioni tecnologiche di rapida commercializzazione. Il progetto Graphene intende esplorare le modalità di connessione tra i componenti elettronici in grafene e quelli in silicio, lo sviluppo di circuiti completamente realizzati in grafene e lo sfruttamento delle stupefacenti proprietà
del materiale per realizzare
prodotti del tutto nuovi: circuiti con scale di integrazione non ancora raggiunte, componenti elettronici flessibili o trasparenti, batterie molto più efficienti di quelle attuali, sensori estremamente miniaturizzati. (m.pa.)


Angeli custodi dalla culla in poi

guardian angels
In una società sempre più longeva, quello della sanità è un problema potenzialmente esplosivo, che già sta facendo sentire i suoi effetti economici. Questo progetto, presentato da Adrian Ionescu della Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, si propone di affrontare il problema creando "angeli custodi", assistenti personali elettronici che possano seguire un essere umano dalla culla alla tomba, tenendone sempre sotto controllo la salute in modo da prevenire malattie e incidenti. A questo scopo serviranno ricerche su circuiti, sensori e interfacce che consumino poca energia e possano ricavarla dall'ambiente o dal corpo umano, per poter funzionare in modo continuo senza costi eccessivi o interruzioni. Dovranno poi essere in grado di percepire non solo lo stato fisico ma anche quello emotivo della persona, per riconoscere situazioni di stress causate da incidenti. (m.pa.)


Capire come funziona il nostro cervello

human brain project
Anche se oggi sappiamo sul nostro cervello molto più che in passato, la nostra conoscenza sul suo funzionamento è ancora molto superficiale. Abbiamo ancora idee assai vaghe su come un ricordo venga memorizzato, su come un'informazione venga elaborata o su quale meccanismo ci faccia essere coscienti. Questo progetto, presentato da Henry Markram dell'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, si propone di far avanzare la nostra conoscenza in questo campo creando una simulazione computerizzata del cervello umano che ne rappresenti in toto la complessità. Comprende sia una parte informatica, per sviluppare le formidabili capacità di calcolo necessarie al progetto, sia una parte neuroscientifica per indagare
i meccanismi cerebrali da simulare. Conseguenza del progetto potrebbe essere una migliore comprensione delle malattie neurologiche e dei modi per curarle. (m.pa.)

Il futuro della medicina è nel computer

itfom
Nonostante gli enormi progressi della medicina, spesso i suoi risultati non ci convincono: ci sentiamo curati in modo meccanico, come se fossimo macchine, non persone. Questo perché la medicina tende ancora ad applicare al singolo caso risultati che hanno solo una validità statistica. Questo progetto, presentato da Hans Lehrach del Max Planck Institute for Molecular Genetics, Germania, si propone di utilizzare massicciamente le nuove tecnologie elettroniche e informatiche per ottenere una conoscenza molto approfondita del paziente e creare cure su misura. Si tratta di raccogliere miriadi di dati a livello molecolare, fisiologico e anatomico, sviluppare simulazioni
al pc di ogni organo e usare il tutto
per monitorare lo stato del corpo, consentendo una prevenzione precocissima e la somministrazione di medicinali personalizzati in tempo reale in base alle reazioni
del paziente. (m.pa.)


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