ROMA
Bene l'accordo sulla produttività, raggiunto l'altro ieri da Confindustria e sindacati e che rende operativa la detassazione prevista dal governo. A tastare il polso del territorio e delle categorie piace il fatto che si sia reso possibile estendere la possibilità di fare accordi aziendali anche alle imprese più piccole, che non hanno una rappresentanza sindacale. Possibilità che si concretizza con accordi raggiungibili localmente con l'assistenza delle associazioni territoriali di Confindustria e dei sindacati. E piace che si punti sull'orario come fattore di aumento di produttività a livello aziendale.
«Nel nostro settore ci sono molte piccole e piccolissime imprese che non hanno una rappresentanza sindacale, è positivo che anche a queste venga data la possibilità di utilizzare le agevolazioni fiscali a fronte di una maggiore produttività legata a una diversa gestione degli orari», dice Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-arredo. L'orario, aggiunge, è uno degli aspetti principali che consentono alle aziende di essere più produttive e più competitive. E sarà anche uno dei temi del rinnovo del contratto di settore.
Anche Michele Tronconi, presidente di Sistema Moda Italia, insiste su questo aspetto, cioè che anche le aziende senza rappresentanza sindacale possano raggiungere accordi di produttività. «È positivo che le risorse a disposizione vengano utilizzate da più aziende possibile, non solo le medio-grandi. Sono le più piccole nella crisi a soffrire di più», dice Tronconi. Anche il tessile-abbigliamento è in fase di rinnovo contrattuale e le imprese vorrebbero destinare parte dell'aumento nazionale alla contrattazione aziendale, come previsto dall'accordo di novembre. «L'intesa unitaria dell'altro ieri, firmata anche dalla Cgil, è molto positiva. Noi non vogliamo fare un contratto separato, per non trasferire conflittualità in azienda», continua Tronconi. È vero che bisogna rilanciare i consumi interni, ma, continua, va tutelata l'occupazione nelle imprese in difficoltà. Meglio, quindi, distribuire risorse in azienda, legate alla produttività, per non intaccare la competitività delle imprese, anzi aumentandola. L'orario, continua Tronconi, è un fattore importante in un settore come il tessile-abbigliamento, che ha forti punte di stagionalità e una microciclicità.
Un'analisi analoga arriva anche da Luciano Miotto, vice presidente dei rapporti sindacali di Confindustria Veneto ed ex vice presidente Federmeccanica: «Agire sull'orario è uno strumento fondamentale quando non si riesce a pianificare il futuro, come accade oggi. Rapidità della consegna, oltre ai servizi, sono due fattori determinanti per essere più competitivi e battere la concorrenza estera, sempre più agguerrita». Flessibilità di orario, turni e straordinari consentono di ridurre i «tempi di attraversamento interno del prodotto» e rispondere più tempestivamente agli ordini. Non solo: secondo Miotto le aziende che magari già faticosamente hanno mantenuto la manodopera punteranno sulla flessibilità di orario e quindi di organizzazione interna per far partire il volano della ripresa, ovviamente ripagando il lavoratore.
L'intesa, e quindi poter utilizzare la detassazione dei premi di produttività, è certamente uno strumento utile per cogliere al meglio la ripresa. Il problema però, è che il paese riparta veramente. «Deve tornare il lavoro. Il nostro settore soffre, se l'export continua a tirare nonostante la volatilità dei dati mensili il mercato interno è fermo. E nel comparto del legno-arredo solo il 38% delle imprese esportano. La grande maggioranza vive di domanda interna ed è in difficoltà», dice Snaidero. Che auspica un governo al più presto, in grado di prendere gli interventi adeguati: «Per esempio, sull'aumento dell'Iva: sarebbe per il nostro settore molto negativo».
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