Negli ultimi anni il car sharing ha registrato in molti Paesi una continua crescita. In Europa, a fine 2012, hanno utilizzato il car sharing ben 800mila automobilisti che hanno condiviso 22mila vetture. La sua diffusione, però, varia molto a seconda del Paese considerato. In Germania, questa soluzione di mobilità condivisa riguarda quasi 200mila utenti, per un totale di oltre 5.500 vetture, mentre in Italia sono soltanto 22.700 gli utenti coinvolti.
Negli ultimi tre anni, comunque, anche nel nostro Paese il car sharing ha visto una graduale seppur lenta crescita, determinata anche dalla particolare configurazione dei nostri centri storici, che sono dotati in misura maggiore rispetto a quelli degli altri Paesi di zone a traffico limitato. Si tratta, quindi, di un settore in crescita che nel 2020 dovrebbe raggiungere in Europa i 15 milioni di utenti per un totale di 240mila vetture coinvolte. Questo il quadro del car sharing che emerge dallo studio di AlixPartners sul tema «Quali prospettive di sviluppo per la mobilità sostenibile e per l'auto elettrica», presentato lo scorso 16 settembre nel corso della manifestazione Missione Mobilità, promossa a Milano da Amoer (Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile).
Il car sharing, però, non è solo un'ottima opportunità per i cittadini di avere accesso a un veicolo senza dover sostenere le spese legate al possesso di un'auto, ma è anche una soluzione che si sta sempre più affermando in ambito aziendale. Spesso, infatti, si presume che il car sharing sia solo un prodotto business to consumer (B2C), ma non bisogna dimenticare che sta diventando anche una soluzione praticabile per il mercato business to business (B2B).
Come per l'utilizzo privato, il car sharing aziendale, infatti, consente di ottenere un risparmio economico e per di più offre all'azienda la possibilità di migliorare la propria performance per ciò che riguarda la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale d'impresa. In un'epoca in cui gli stipendi dei dipendenti sono rimasti fermi, inoltre, il car sharing, presentato come parte del pacchetto di remunerazione, può rappresentare anche un ottimo incentivo. In Italia, alcune grandi società – Rai e Terna su tutte – hanno sperimentato l'uso del car sharing e ne hanno tratto vantaggi considerevoli.
Lo scorso anno, infatti, la Rai ha avviato un progetto pilota di uso aziendale di auto in car sharing, condotto con un limitato gruppo di veicoli, basato sulla automazione totale del processo gestionale. Grazie a questa soluzione, in poche settimane il numero di utilizzatori delle dieci vetture in condivisione è raddoppiato passando da 100 a 200 utenti.
Un'altra esperienza italiana fortemente positiva è stata quella della Provincia di Trento che, a partire da giugno 2012, ha introdotto un sistema di car sharing interno che coinvolge 64 autovetture. Attraverso l'utilizzo condiviso delle auto già di proprietà della Provincia, è stata razionalizzata e resa più efficiente la gestione della flotta. I numeri parlano chiaro: grazie al car sharing il costo dei tragitti per lavoro è passato da 0,59 euro al chilometro a un media di 0,20 euro. Inoltre, come spiega Claudio Nanfitò, responsabile dell'ufficio gestioni generali della Provincia, grazie a un sondaggio interno, è stato possibile verificare che i driver hanno apprezzato questa iniziativa. Infatti, alla domanda se avrebbero suggerito il car sharing anche ad altre amministrazioni, ha risposto in maniera favorevole ben l'84% dei dipendenti coinvolti in questo progetto. Nel prossimo futuro, spiega Nanfitò, l'obiettivo della Provincia è quello di proseguire con questa iniziativa comprando nuove vetture per ampliare il parco auto e dismettere quindi quelle troppe vecchie.
Benché i risparmi ottenuti dalla Provincia di Trento siano stati considerevoli, però, attualmente non vi sono altre realtà della pubblica amministrazione che hanno in programma di seguirne l'esempio. Il tema del car sharing aziendale è stato anche oggetto di un'indagine condotta dal Centro studi auto aziendali che verrà presentata domani, in occasione di Fleet Manager Academy 2013, una giornata di studio dedicata ai gestori delle flotte aziendali. A dimostrazione della crescita dell'utilizzo di questa nuova soluzione di mobilità all'interno delle realtà aziendali, dai dati emerge che un'azienda su tre prevede l'utilizzo della stessa auto aziendale da parte di più dipendenti.
I motivi principali per cui le aziende hanno introdotto il car sharing sono, nell'ordine, convenienza economica, praticità d'uso e riduzione dell'impatto ambientale. Da un lato, come evidente, la condivisione dell'auto da parte di più dipendenti consente all'azienda di abbattere i costi, dall'altro si possono così ridurre anche le emissioni inquinanti. Inoltre, spesso, il car sharing può anche essere un'ottima opportunità per introdurre e sperimentare auto elettriche.
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La situazione attuale

800mila
Automobilisti del car sharing in Europa
Nel 2012 una continua crescita nel numero degli utenti che hanno condiviso 22mila vetture

200mila
Record di utenti in Germania
Questa soluzione di mobilità condivisa ha fatto leva su un parco a disposizione di 5.500 automobili

22.700
Gli utilizzatori in Italia
Ma negli ultimi tre anni c'è stata una graduale seppur lenta crescita anche nel nostro Paese

0,20

Euro per chilometro
Attraverso l'utilizzo condiviso delle auto già di proprietà della Provincia di Trento è stata razionalizzata e resa più efficiente la gestione della flotta. Il costo dei tragitti per lavoro è passato da 0,59 euro al km a una media di 0,20