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Newsletter del 28 Novembre 2013

Senza barriere gli studi dei difensori d'ufficio
di Guglielmo Saporito
Cristian Immovilli

Studi legali senza barriere architettoniche, se i clienti sono ammessi al patrocinio a carico dello Stato.
Questo è il principio posto dalla sentenza del Tribunale amministrativo regionale di Parma del 6 novembre 2013 n. 303, al termine di una controversia tra il locale Ordine degli avvocati e il Comune.
Il piano urbanistico di Parma, dal 2007, impone negli edifici "aperti al pubblico" il rispetto delle norme per il superamento delle barriere architettoniche.
Ciò ha messo in allarme le categorie professionali. In particolare, gli avvocati eccepivano difficoltà e costi per adeguamenti strutturali di locali che, a loro parere, dovevano considerarsi di uso privato. Secondo il Comune, invece, la legge 104/1992 impone di eliminare difficoltà di accesso anche negli edifici privati, se aperti al pubblico.
La norma del 1992 prevede tre livelli di qualità: accessibilità (ingresso), visitabilità (dislivelli, spigoli, rampe accesso) e adattabilità (fruibilità senza modifiche alla struttura): agli studi legali il Comune richiedeva appunto la visitabilità e cioè la possibilità, per le persone impedite, di accedere agli spazi di relazione senza dislivelli o spigoli e con servizi adeguati. Lo stesso tipo di controversia ha riguardato studi medici e ambulatori (Tar Brescia 227/2011, Palermo, 9199/2010) ritenendo aperti al pubblico i servizi di medicina generale, ma ora per la prima volta riguarda gli avvocati.
Secondo i giudici amministrativi, gli studi legali privati, devono essere "visitabili", tutte le volte che l'accesso, seppur escluso alla generalità delle persone, sia comunque consentito a determinate categorie, anche se ricevute con rispetto di orari e con obbligo di preventivo appuntamento. L'obbligo di rendere "visitabili" gli studi non riguarda, quindi, tutti gli uffici legali di Parma, ma solo i casi in cui l'avvocato ha uno studio "aperto al pubblico", cioè i casi in cui il professionista non è in grado di selezionare clienti, in quanto ha comunque l'obbligo di prestare loro il patrocinio.
Lo studio è quindi per principio "privato", ma diventa "aperto al pubblico", quando l'avvocato chieda di essere iscritto nell'elenco dei difensori d'ufficio e di coloro che prestano il patrocinio a carico dello Stato: tali servizi hanno infatti un pubblico indistinto, di cittadini non abbienti le cui ragioni risultino non manifestamente infondate a parere della specifica Commissione prevista dal Decreto del presidente della Repubblica 115/2002.
Il meccanismo di selezione dei clienti, nel caso di cittadini non abbienti, avviene infatti a monte, dapprima con una verifica delle possibilità di esito favorevole del ricorso alla giustizia, e poi con un elenco di professionisti che accettano le difese, con successivo onorario a carico dello Stato.
Ciò significa che quando l'avvocato accetta (mediante volontaria iscrizione negli elenchi specifici) le difese di ufficio ed i patrocini gratuiti, presta la propria utilità in favore di un'ampia ed indiscriminata categoria di aventi diritto. Quindi, a fronte del vantaggio di un compenso corrisposto dallo Stato, il professionista ha l'onere di adeguare il proprio studio alla normativa statale finalizzata ad eliminare le barriere architettoniche.
Le ricadute della sentenza possono essere rilevanti, perchè l'accesso al pubblico può avere conseguenze sull'indennità per finita locazione (articoli 34 e 35 e legge 392/1978), mentre l'eliminazione delle barriere architettoniche può generare contrasti condominiali anche in presenza delle piu' agevoli maggioranze che l'articolo 1120 del codice civile (maggioranza intervenuti e metà valore immobile) ha di recente modificato (legge 220/2012).
Altre categorie professionali sono avvisate: dai notai ai tecnici, in corrispondenza all'ampliarsi delle funzioni pubbliche delegate, sarà necessario adeguare studi ed uffici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il principio
01 | LE BARRIERE
Il Tar di Parma, impone ora agli studi legali di eliminare le barriere architettoniche. Una decisione in linea con quelle di altri Tar per studi di medicina generale e ambulatori
02 | LO STUDIO APERTO
L'obbligo non riguarda tutti i legali, ma solo quelli che prestano il patrocinio a spese dello Stato: per gli altri lo studio viene considerato al pari di un'abitazione privata. I clienti che fruiscono del gratuito patrocini sono, infatti, i soli che il legale è obbligato ad assistere e dunque a far entrare
03 | LE CONSEGUENZE
La sentenza può avere ricadute sull'indennità per finita locazione

 
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