Gli agenti assicurativi mettono in guardia istituzioni e consumatori dall'attività dei comparatori di tariffe assicurative che si stanno diffondendo in Italia come funghi. Anapa (Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione) fa eco alla campagna indetta dalla Uea (Unione Europea Assicuratori) contro la «disintermediazione» del settore assicurativo ad opera dei nuovi soggetti che si stanno affacciando sul mercato assicurativo italiano e che svolgono una vera e propria attività «disintermediazione in spregio alle norme vigenti a cui sono soggetti gli intermediari professionali – come spiega Vincenzo Cirasola, Presidente Anapa –. Si pensi ai nuovi comparatori web nati a seguito dei più recenti provvedimenti legislativi, che di fatto sono andati a sostituire il disposto del famigerato articolo 34 (obbligo dei tre preventivi Rca) per eliminare il quale, l'associazione, fin da febbraio 2012, aveva sollecitato una mobilitazione della categoria. Mentre , altre sigle si sono limitate a auspicarne la modifica».
Quella che potrebbe sembrare una campagna di autodifesa della categoria, solleva effettivamente qualche dubbio sulla natura giuridica dei comparatori. Come si inquadrano nelle vincolanti norme degli iscritti al Rui? A chi ci si deve rivolgere in caso di pratiche illecite? Chi li controlla? Di cosa campano? Nel Far West ci sono società serie, magari iscritte alla lettera B (broker) del Rui e altre realtà più difficili da catalogare. Servono delle regole certe che vadano anche a favore dei risparmiatori che spesso si rivolgono ai preventivatori proprio per sfuggire al caro Rc Auto, ma rischiano di cadere dalla padella alla brace sul fronte delle tutele al momento del risarcimento del danno. Sull'argomento si attendono anche le disposizioni della direttiva sull'intermediazione assicurativa (IMD2 ) che dovrebbe considerare i comparatori veri e propri intermediari assoggetati alle regole degli iscritti al Rui .
In attesa Anapa chiederà formalmente all'Ivass, l'Authority di settore, di intervenire affinché questa "giungla" non crei dei danni alla filiera distributiva e soprattutto al consumatore.
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