Dopo mesi di dimenticatoio, la settimana scorsa si è tornati a parlare del superbollo, che dal 2011 grava sulle auto potenti (oltre i 185 kiloWatt, equivalenti a 251 cavalli). Un'agenzia di stampa ha dato per possibile la sua prossima abolizione, ma la notizia è durata un pomeriggio: il tempo necessario al ministero dell'Economia per scrivere la smentita. La verità, comunque, sta nel mezzo: la cancellazione della sovrattassa è nell'agenda del Governo, solo che ormai non c'è il tempo per farla subito e quindi gli effetti pratici potrebbero partire solo dal 2015.
Infatti, siamo ormai a ridosso del 31 gennaio, prima scadenza entro la quale dovranno avvenire i primi pagamenti dell'anno (dovranno effettuarli i proprietari delle auto con bollo scaduto a dicembre 2013). È praticamente impossibile che in pochi giorni venga varata una norma di abolizione, anche perché non si prevede che il Parlamento converta in queste due settimane decreti legge, quindi è impossibile pensare a un emendamento sul superbollo da inserirvi "al volo". Da febbraio si apriranno varie possibilità, ma a quel punto un'abolizione con effetto immediato si porterebbe dietro la complicazione di dover rimborsare chi per il 2014 ha già pagato.
Sulle intenzioni abolizioniste del Governo, comunque, non ci sono troppi dubbi. Non tanto per gli impegni presi nei mesi scorsi da due viceministri, quanto per il fatto che non ci può essere interesse a mantenere in vita un tributo che secondo le stime iniziali doveva portare in cassa 168 milioni e invece ne avrebbe fatti perdere 140, tra mancati pagamenti della sovrattassa e minor gettito causato dagli effetti negativi che essa ha avuto sul mercato.
Secondo le stime degli operatori (le associazioni dei costruttori, dei concessionari, delle società di leasing e noleggio e delle agenzie di pratiche automobilistiche) lo Stato ha perso 93 milioni di gettito Iva e 13 milioni di superbollo, le Regioni 19,8 milioni di bollo e le Province 5,2 milioni di Ipt e circa 9 di addizionale Rc auto.
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