La dichiarazione in via telematica può essere presentata attraverso un intermediario abilitato, vale a dire soggetti autorizzati dall'agenzia delle Entrate come professionisti, associazioni di categoria, Caf o altri operatori che si impegnano a trasmettere la dichiarazione del contribuente. Quest'ultimo può chiedere assistenza per la compilazione o solo l'invio. L'intermediario, ferma restando la facoltà di accettare l'incarico, una volta assunto l'impegno è obbligato a trasmettere per via telematica, sia le dichiarazioni da lui predisposte sia quelle consegnate per il solo invio. Contestualmente alla ricezione della dichiarazione o all'assunzione del l'incarico per la predisposizione, egli deve rilasciare al contribuente una ricevuta nella quale risulti il proprio impegno, la data di accettazione dell'incarico e la sottoscrizione.
Effettuato l'invio, l'Agenzia, ricevuto il file telematico e verificata l'integrità dello stesso, trasmette una comunicazione che ne attesta l'avvenuto ricevimento. Questa comunicazione è prova per il dichiarante di avvenuta presentazione della dichiarazione. L'intermediario, entro 30 giorni dalla presentazione per via telematica, dovrà consegnare al contribuente l'originale della dichiarazione con la comunicazione di avvenuto ricevimento da parte dell'amministrazione. Il contribuente ha l'obbligo di conservare l'originale della dichiarazione inviata, unitamente alla ricevuta di presentazione e a tutta la documentazione attestante i redditi e/o le spese per le quali ne è stata richiesta la detrazione o deduzione.
Tuttavia, anche per l'intermediario esiste l'obbligo di conservare copia delle dichiarazioni trasmesse, anche su supporti informatici, per il periodo previsto per l'accertamento di ciascun periodo d'imposta, ossia fino al quarto anno successivo a quello di presentazione. In caso di tardiva od omessa trasmissione delle dichiarazioni da parte degli intermediari si applica la sanzione amministrativa da 516 a 5.164 euro.
Per quanto concerne invece eventuali responsabilità penali derivanti da omissione dell'intermediario, è il caso ad esempio dell'omessa presentazione della dichiarazione ovvero dei mancati versamenti di imposta, la Cassazione ha chiarito che i reati tributari sono punibili solo a titolo di dolo e non di colpa. È quindi necessario che la condotta del consulente sia sorretta dalla coscienza e volontà della commissione dell'illecito tributario.
Ad esempio, la Corte di cassazione (sentenza 16958/2012) ha affermato che il contribuente risponde del reato di omessa dichiarazione Iva anche se la mancata trasmissione dei dati al fisco sia imputabile a negligenza del commercialista. Il professionista non andrà incontro ad alcun tipo di responsabilità, neppure a titolo di concorso, in quanto la sua condotta non è sorretta dal dolo specifico. E ancora con la sentenza 175/2013, la Cassazione ha specificato che la delega delle incombenze fiscali ad un commercialista non modifica il destinatario dell'obbligo, titolare della posizione di garanzia, che è il contribuente. Pertanto, il consulente non risponderà, neppure a titolo di concorso, nel reato di omesso versamento di ritenute certicate, ex articolo 10-bis del Dlgs 74/2000, qualora la sua condotta sia meramente colposa.
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