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Newsletter del 21 Luglio 2014

I controlli si concentrano su partite Iva e collaborazioni

Contrasto alle false partite Iva e all'utilizzo irregolare delle collaborazioni. Questi gli obiettivi su cui si concentrerà nel 2014 l'attività ispettiva del ministero del Lavoro, come affermato dal ministro Giuliano Poletti. Il 1° aprile è stata resa nota la decisione di rafforzare i controlli «sull'utilizzo distorto delle tipologie contrattuali flessibili, per identificare quei casi nei quali il ricorso a specifiche tipologie contrattuali, in particolare i contratti di collaborazione a progetto e le partite Iva, maschera rapporti di lavoro subordinato».
Una linea ribadita più volte nelle settimane successive, motivata dal fatto che dopo aver semplificato e reso meno vincolante la normativa sui contratti a termine, non ci sono più alibi per non rispettare le regole. La flessibilità, è la linea del ministero, ora si può ottenere in modo facile grazie alle nuove regole, e quindi si dà un giro di vite contro l'utilizzo improprio di altre forme contrattuali.
Per le collaborazioni, l'azione di contrasto agli abusi si basa principalmente sulla verifica dell'obbligo di descrizione del progetto, la cui assenza determina la trasformazione del contratto in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Inoltre si applicano le indicazioni contenute nella circolare 29/2012, con particolare riferimento a quelle attività ritenute incompatibili con la collaborazione a progetto. Tra queste sono elencate: addetti alle pulizie, estetiste e parrucchieri, magazzinieri, muratori, segretarie, istruttori di autoscuola.
Più complessa la situazione per le partite Iva, dato che i vincoli all'utilizzo di questo tipo di rapporto introdotti dalla legge 92/2012 (riforma Fornero) sono stati quasi completamente neutralizzati dai provvedimenti attuativi. In questo caso per contrastare le irregolarità si applicano i normali criteri che fanno scattare la presunzione di subordinazione in via generale. Con un'eccezione che riguarda il settore edile, settore in cui negli anni scorsi si è assistito alla proliferazione delle partite Iva, tanto che si contano più lavoratori autonomi che dipendenti. In modo analogo a quanto avvenuto per i Cocopro, una circolare ministeriale, la 16/2012, ha individuato una serie di attività che possono essere ricondotte d'ufficio nell'ambito della subordinazione, seppur svolte da lavoratori formalmente autonomi. Si tratta in particolare delle prestazioni svolte durante le «attività di realizzazione delle opere in elevazione legate al ciclo del cemento armato, ovvero nel montaggio di strutture metalliche e di prefabbricati», in altre parole nella fase in cui si realizza la struttura principale di un edificio. In tale contesto, e a fronte del verificarsi di alcune ulteriori premesse, il ministero ritiene che possano essere ricondotte nell'ambito della subordinazione le attività svolte da lavoratori autonomi per quanto riguarda manovalanza, muratura, carpenteria, rimozione amianto, posizionamento di ferri e ponti, addetti a macchine edili fornite dall'impresa committente o dall'appaltatore.
Un'eccezione alla stretta sui controlli è costituita dal settore delle società sportive dilettantistiche. Con la nota 37 del 21 febbraio 2014, infatti, il ministero del Lavoro ha preso atto della particolarità di questo ambito e degli scarsi risultati ottenuti dall'azione di contrasto alle irregolarità, soprattutto per quanto riguarda i rapporti di collaborazione. Un'attività spesso sfociata in contenziosi con esito sfavorevole al ministero. Da qui l'indicazione di concentrare i controlli più sulle realtà che operano in ambito sportivo a fini di lucro piuttosto che su quelle dilettantistiche.
L'obiettivo della campagna di controlli, dichiarato dal ministero, è il miglioramento dei risultati ottenuti nel 2013, con la riqualificazione di 17.911 posizioni lavorative attivate con contratti di collaborazione a progetto e partite Iva, di cui 15.495 nel terziario, 1.629 nell'industria, 622 nell'edilizia, 165 in agricoltura. Per centrare l'obiettivo sono state previste 135.000 ispezioni sul territorio nazionale, circa 4.500 in meno rispetto a quelle effettuate nel 2013.
Confrontando i dati delle ispezioni del primo trimestre 2014 con quelli del corrispondente periodo del 2013, però, si nota che le riqualificazioni sono diminuite. L'anno scorso le ispezioni condotte nel primo trimestre sono state 39.734, con il 49% di aziende irregolari sul totale verificate (anche per motivi diversi dall'utilizzo delle partite Iva e collaborazioni); quest'anno a fronte di 34.505 controlli, le aziende irregolari sono il 59%, segno che probabilmente le verifiche sono diventate più mirate. Però mentre l'anno scorso nei primi tre mesi le riqualificazioni dei rapporti di lavoro sono state 4.921, quest'anno ci si è fermati a 2.047.
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