Ai fini dell’accesso al nuovo regime forfettario, i ricavi conseguiti nell’anno precedente vengono assunti in base al criterio di competenza, ma se il contribuente lo scorso anno ha applicato il regime dei minimi, i ricavi si misurano secondo il criterio di cassa. Lo ha precisato l’agenzia delle Entrate in occasione di Telefisco 2015, il convegno annuale del Sole 24 Ore sulle novità fiscali che si è svolto giovedì 29 gennaio.
Il nuovo regime forfettario si applica a condizione che il contribuente nel periodo di imposta precedente abbia realizzato ricavi non superiori ai limiti stabiliti nell’allegato 4 alla legge di stabilità. Quindi l’ammontare di riferimento dei ricavi deve essere verificato secondo i criteri applicati nel 2014 e cioè di competenza per le imprese in contabilità semplificata e ordinaria, oppure criterio di cassa per i contribuenti minimi e per i professionisti.
Il riferimento ai ricavi o al reddito dell’anno precedente secondo i criteri applicati in tale periodo dovrebbe avere efficacia anche per il confronto tra il reddito relativo alla attività professionale o di impresa che deve essere superiore al reddito di lavoro o di pensione in base al comma 54, dell’articolo 1 della legge 190/2014. Questa è una verifica che deve essere effettuata anche con riferimento al primo anno di applicazione del regime forfettario e cioè il 2015 con lo sguardo quindi al 2014. Si ricorda che la norma dispone che la prevalenza non è richiesta se la somma fra le due categorie di redditi non è superiore a 20mila euro. Nella fattispecie la relazione tecnica non aiuta, ma anche in questo caso si ritiene che la verifica debba essere svolta con riferimento al periodo d’imposta 2014 confrontando il reddito di impresa o di lavoro autonomo conseguiti nel 2014 e calcolati secondo le regole vigenti per tale periodo d’imposta con i redditi di lavoro o di pensione. In effetti questo è il limite più grave del nuovo regime forfettario e cioè che in presenza di una pensione, se questa non è modesta, facilmente è precluso l’accesso al regime forfetario. Infatti, ad esempio, nel caso di un professionista il cui limite di ricavi è pari a 15mila euro da cui discende un reddito di 11.700 euro, il contribuente dovrebbe ricevere una pensione annua, al lordo dell’Irpef, inferiore a tale importo.
Si ricorda che il nuovo regime forfettario è quello naturale per i contribuenti persone fisiche che nell’anno 2014 non hanno superato il limite di ricavi previsto e che rispettano le altre condizioni previste dalla legge. Quindi chi ha applicato il regime delle nuove iniziative produttive (articolo 13 della legge 388/2000) oppure il regime super semplificato (articolo 27, comma 3 del Dl 98/2012) transita automaticamente nel nuovo regime forfettario, salvo il diritto di opzione. Solo i minimi possono continuare ad applicare il vecchio regime fino a esaurimento del quinquennio o al compimento del 35esimo anno di età.
In ordine alla perdita del regime forfettario il comma 71 dispone che questo regime viene meno a partire dall’anno successivo a quello in cui vengono meno le condizioni per la sua applicazione. Ne consegue che nell’anno del superamento del limite il contribuente determina il reddito mediante l’applicazione del coefficiente di redditività anche se l’ammontare di ricavi è superiore al limite stabilito dalla legge per la sua applicazione.
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