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Newsletter del 26 Febbraio 2015

Commercialisti, allarme polizze

Chi aveva un massimale di 1,033 milioni vedrà la polizza rincarare del 60%; chi era a 2 milioni sborserà il 25% in più; chi era a 2,5 si ferma intorno al 17% di aumento. È questo l’ordine di grandezza del rincaro che i commercialisti potrebbero dover fronteggiare per svolgere l’attività di assistenza fiscale con apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni che presuppone, in base al decreto legislativo 175/2014, una polizza assicurativa con un massimale di 3 milioni (solo per questa attività le polizze sono intorno ai 300 euro, ma ci sono forti differenze tra le varie compagnie). Del resto l’adeguamento del massimale è obbligato stante anche la possibilità, per chi non rispetta la prescrizione, di essere depennato dal registro di coloro che appongono il visto di conformità per 730 e Iva tenuto dalle agenzie regionali delle Entrate. Tanto che le Entrate della Sicilia chiedono la decorrenza del massimale dal 13 dicembre 2014 pena l’irregolarità dei visti apposti. Poi i professionisti devono affrontare il rischio «di garantire al bilancio dello Stato e dei diversi enti impositori», ex articolo 22, comma 1, Dm 164/1999, le somme previste all’articolo 39, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 241/1997. In pratica pagare le tasse dovute dal contribuente nel caso in cui il professionista abbia apposto il visto su una dichiarazione non corretta. «Una prospettiva - spiega Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili - che si preoccupa e che riteniamo non in linea con le norme costituzionali sulla capacità contributiva e rispetto alla quale chiederemo espressamente all’Ania se il rischio è assicurabile».

Intanto i commercialisti iniziano a farci i conti. «Ci giungono notizie di rincari fino al 60% delle polizze – spiega Mario Spera, vice presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Bologna – e si tratta di costi che alla fine i professionisti saranno costretti a scaricare sui clienti, in un momento in cui aumentare le parcelle non è certo facile». «Stiamo lavorando – spiega Antonio Repaci, consigliere nazionale con delega alle assicurazioni - a un bando di gara per una nuova convenzione con il mondo assicurativo e speriamo di poter fare la gara tra marzo e aprile. Il nostro obiettivo è quello di calmierare l’importo dell’innalzamento del massimale ma anche e soprattutto affrontare il tema delle imposte non versate dal contribuente che potrebbero essere sostenute in sede assicurative solo se considerate sanzioni».

D’altra parte le assicurazioni sono estremamente prudenti. L’aggiornamento dei massimali viene proposto a prezzi decisamente variabili da area ad area (in Sicilia ad esempio vi sono casi in cui viene concesso anche gratuitamente o a costi di adeguamento inferiori ai 100 euro) mentre in altre parti il conto può essere decisamente più elevato. Del resto il costo della polizza è influenzato anche da altri parametri: ad esempio, la partecipazione anche a un solo collegio sindacale di una media impresa può far raddoppiare la polizza rispetto al momento in cui il professionista non aveva quell’incarico.

Più complesso per le compagnie dare un costo polizza legato al rischio evasione. «Serve una norma chiara che circoscriva l’area di rischio», fan sapere da una primaria assicurazione nazionale e i termini in cui si pone la norma crea non pochi problemi. Un’altra ammette che la materia «è allo studio e decideremo a breve che posizione prendere». Del resto, lo stesso soggetto che propone una polizza da 300 euro per la copertura del rischio “visto di conformità” ricorda, escludendo ogni copertura, che la nuova normativa pone a carico del professionista gli importi per imposte, tasse e contributi a carico del contribuente.

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IL QUADRO DELLA SITUAZIONE

I NUOVI MASSIMALI

Per i professionisti che appongono il visto di conformità sulle dichiarazioni Iva e dei redditi (730) obbligatorio stipulare una polizza con un massimale di 3 milioni di euro, quasi triplo rispetto a quello minimo professionale per il dottore commercialisti che si fermava a 1,033 milioni.

Questo per coprire i maggiori rischi che derivano anche dalla dichiarazione precompilata


LA RESPONSABILITÀ

I professionisti e gli intermediari abilitati, in forza dell’articolo 6 del decreto legislativo 175/2014, sono responsabili non solo per le sanzioni che derivano da una dichiarazione “infedele” ma anche delle imposte non versate dal contribuente. Si tratta di un punto di grande rilievo che mette in gioco la “personalità” della responsabilità tributaria


I CREDITI IVA

I professionisti abilitati che rilasciano il visto di conformità sulle dichiarazioni per il rimborso e i crediti Iva non sono soggetti a sanzioni rapportate all’imposta dovuta e accertata.
Peraltro coloro che non operano l’assistenza per i modelli 730 potrebbero anche dichiararlo alle Entrate e alle compagnie di assicurazione

per evitare i rincari di polizza


I PROBLEMI APERTI

I principali problemi che determina la nuova situazione sono quelli della necessità di dotarsi di polizza anche nel caso in cui vengano rilasciati dei visti che sono legati agli adempimenti Iva e non a quelli dichiarativi. Quindi ai situazioni non legate alla procedura della dichiarazione precompilata. Questo ha un effetto anche sui costi determinando in alcuni casi un aumento dei premi€

 
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