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«Pagare tutto per pagare meno». Uno slogan che il Partito democratico vuole provare a riempire di contenuti. Almeno stando alla proposta presentata dal presidente della Commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino (Pd) nel corso dell’incontro di inizio settimana tra il segretario-premier Matteo Renzi e i gruppi parlamentari del Pd.
L’idea è quella di introdurre un bollino blu del contribuente con tanto di «certificazione di onestà fiscale» per cittadini, imprese e professionisti onesti che consenta loro di accedere a un regime premiale con una reale riduzione del prelievo fiscale.
Il veicolo da utilizzare potrebbe essere proprio la delega fiscale sulla base dei principi che affrontano i temi dell’evasione e dell’elusione con la definizione di una serie di procedure e di analisi «in grado di conseguire una stima condivisa della reale portata del fenomeno evasivo, lo scomputo delle maggiori entrate derivanti dalla lotta all’evasione per destinarle alla riduzione delle imposte».
La platea potenziale
La logica della proposta presentata da Marino al Premier è semplice: «Se l’amministrazione finanziaria certifica, anche coinvolgendo nell’asseverazione gli intermediari fiscali e i Caf, il rispetto puntuale degli obblighi fiscali e contributivi, il soggetto di imposta pagherà con certezza meno tasse».
Gli strumenti premiali saranno tutti da definire e individuare nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, e allo stesso tempo non dovranno in alcun modo comportare una riduzione da parte dell’amministrazione finanziaria dell’attenzione e dell’azione di contrasto all’evasione e all’elusione: «Tuttavia - suggerisce il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama - potrebbe essere utile contrapporre all’evasore, che come tale non potrà mai trovare “alleato” lo Stato, il contribuente onesto, alleggerendo, seppure in quote limitate, il suo carico fiscale».
La «certificazione di onestà fiscale» dovrà rivolgersi in prima battuta ai lavoratori autonomi, alle imprese individuali e alle società di capitale con fatturato che va da 30mila a 3 milioni di euro. L’ambito soggettivo e i due limiti indicati potranno essere modulati in relazione alle fasce di contribuenti che si vogliono coinvolgere nell’operazione. Saranno esclusi comunque tutti i soggetti in debito con Equitalia o non in regola con l’Iva.
Vantaggi diretti e indiretti
I premi ipotizzati con la proposta potranno essere diretti e indiretti. I primi potrebbero prevedere una percentuale di riduzione, parametrata su fasce di reddito, della base imponibile lorda da applicare nell’esercizio successivo a quello oggetto della certificazione (abbattimento del 50% dell’imponibile per un periodo di tre anni); la compensazione, anche parziale, dei crediti vantati, per forniture di beni e servizi, nei confronti della Pa con le somme dovute a titolo di imposte.
Quelli indiretti potrebbero derivare dall possibilità di far valere «la certificazione di onestà» anche nei rapporti con le banche per l’accesso al credito, così come nell’accesso a fondi pubblici (credito d’imposta, finanziamenti a fondo perduto ecc.) o come titolo di privilegio per i contratti con la Pa.
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