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Newsletter del 21 Settembre 2015

Le casse professionali alla sfida dei conti su giovani e welfare

La spesa per le pensioni dei professionisti cresce più delle entrate contributive delle Casse. I pensionati sono cresciuti del 20% dal 2009 al 2014 e la spesa per pagare gli “assegni”, quattro miliardi e mezzo di euro, è balzata in avanti del 32% rispetto a sei anni prima. Gli attivi sono cresciuti invece del 15%, con l’eccezione di alcune categorie (ad esempio ragionieri e giornalisti, in calo costante) e le entrate contributive avanzano del 24,5 per cento.

Con questi numeri le Casse si presentano all’esame triennale sui bilanci, che dovrà verificare la sostenibilità della gestione previdenziale nell’arco di 30 anni, dopo la verifica su 50 anni imposta nel 2012 dalla riforma Fornero.

Le riforme in campo

Per superare lo stress test di tre anni fa, le Casse hanno avviato processi di riforma che in alcuni casi devono ancora entrare a regime e che adottano ricette diverse, anche nell’ottica di creare un ponte tra giovani e anziani: “correttivi” al sistema di calcolo retributivo, aumento delle aliquote, innalzamento dell’età pensionabile, contributo di solidarietà per i redditi oltre una certa soglia, agevolazioni ai giovani (con il taglio dei versamenti nei primi anni di iscrizione). Proprio nelle fasce più basse d’età, infatti, si concentra la sofferenza sul fronte dei redditi, che si sono assottigliati negli ultimi anni per una buona parte dei professionisti.

La fotografia

I numeri presentati in queste pagine sono frutto di un’inchiesta realizzata dal Sole 24 Ore del Lunedì su tutte le Casse professionali ma si concentrano sugli enti privatizzati dal Dlgs 509/1994, che calcolano le pensioni secondo il metodo retributivo. Le Casse istituite dal Dlgs 103/1996, invece, adottano fin dall’origine il metodo di calcolo contributivo e hanno meno problemi, quindi, sul fronte della sostenibilità dei bilanci.

Guardando alle “vecchie” Casse, il saldo tra le entrate contributive e la spesa per prestazioni è negativo solo per giornalisti e geometri. Proprio oggi il Cda dell’Inpgi, l’ente di previdenza dei giornalisti, esaminerà il pacchetto di riforme previste per la sostenibilità della gestione previdenziale.

La Cassa dei ragionieri, dopo aver varato una robusta riforma per superare l’esame «Fornero», deve far fronte al calo progressivo degli iscritti. La priorità, dunque, come sottolinea il presidente Luigi Pagliuca, è «vedersi riconosciuta una platea demografica in ingresso». Una possibile soluzione su cui confrontarsi con i ministeri, potrebbe essere quella di “attrarre” alla Cassa i revisori legali, oggi contribuenti della gestione separata Inps.

Giovani e welfare

Sostenere i giovani con un sistema previdenziale solidaristico è la strada imboccata da alcune Casse maggiori, a esempio prevedendo la rivalutazione per intero dei contributi versati nei primi anni di lavoro in misura ridotta.

È il caso della Cassa forense, che chiede ai giovani iscritti la metà del contributo soggettivo minimo, ma senza penalizzazioni sul futuro assegno pensionistico. L’ente di previdenza degli avvocati ha adottato una serie di correzioni al sistema retributivo, tenendo conto nel calcolo delle pensioni non solo degli ultimi anni di incassi del professionista ma dell’intera vita lavorativa. Sopra 100mila euro di reddito, poi, scatta il contributo di solidarietà del 3 per cento. «Stiamo lavorando sul fronte del welfare attivo - sottolinea il presidente della Cassa forense Nunzio Luciano - per sostenere i giovani anche nell’accesso ai fondi europei e aiutarli a predisporre progetti meritevoli di finanziamento».

L’ente di previdenza di architetti e ingegneri (Inarcassa), in seguito al crollo dell’edilizia, deve fare i conti con il fenomeno degli abbandoni della professione: sono 9.600 le cancellazioni del 2014. Tra le contromisure per sostenere le entrate, sono scattati l’aumento dell’aliquota contributiva (dal 2014 a regime al 14,5%) e un ritocco ai minimi (+20 euro in due anni). La stessa Cassa, però, ha varato misure di assistenza straordinarie, con un’attenzione particolare ai giovani. «Nonostante paghino contributi dimezzati per i primi cinque anni di lavoro o fino ai 35 anni – spiega il neopresidente, Giuseppe Santoro – garantiamo loro la rivalutazione per intero». Per il welfare la cassa è arrivata a spendere quasi 100 milioni.

La Cassa dei commercialisti ha rafforzato le entrate contributive (+30% in sei anni) anche grazie alla manovra sulle aliquote, dal 2014 stabilizzate al 12% senza più un tetto massimo. Ma anche le iscrizioni sono aumentate costantemente. Il rendimento della gestione patrimoniale arriva a coprire al 90% la spesa per pensioni. «Attendiamo l’approvazione del ministero per rivalutare i montanti contributivi non più solo fino all’1,5% - spiega il presidente Renzo Guffanti – ma in una forchetta che può arrivare al 2,5% grazie ai nostri rendimenti, sempre superiori al 2,5 per cento». Novità, poi, sul fronte della maternità: dal 2014 la Cnpadc copre sei mensilità anziché cinque, «con un minimo di 1.700 euro mensili – precisa Guffanti – che spesso è più alto dell’indennità dovuta».

Le nuove Casse

Aumenta invece del 39% in sei anni il numero degli iscritti alle nuove Casse (nate dal Dlgs 103/1996): gli enti di infermieri, biologi, psicologi, agrotecnici e periti agrari, periti industriali, più il fondo pluricategoriale Epap per geologi, chimici, attuari, dottori agronomi e forestali.

La categoria più numerosa resta quella degli infermieri dell’Enpapi, passati da 33.359 iscritti del 2009 a 57.428 del 2014, anche grazie alla confluenza degli ex Inps. In più, essendo la professione ancora molto giovane, a questa Cassa va l’invidiabile rapporto attivi/pensionati: 1/39.

Tutte le nuove Casse possono contare su solidi patrimoni netti. A esempio i biologi dell’Enpab hanno appena approvato il bilancio 2014, incrementando del 21% in un anno questa voce. Per compensare pensioni necessariamente basse (perché interamente finanziate con il sistema contributivo), l’acceleratore è spinto su assistenza e welfare. I tassi di crescita di queste spese sono quindi sempre a due cifre (+15% il totale uscite del 2014): da 13 milioni spesi nel 2009 agli oltre 24 dell’ultimo anno.

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