Bene le novità sulla deducibilità delle spese di formazione e sull'applicazione del rito del lavoro agli autonomi. Il presidente del Cni, Armando Zambrano commenta la bozza preliminare del disegno di legge collegato alla Stabilità in materia di professioni. E dà un parere positivo, con alcune riserve.
Nel Jobs act delle partite Iva, infatti, mancano capitoli che il settore sta chiedendo da tempo, come una riorganizzazione decisa delle società tra professionisti o la garanzia del pieno accesso ai fondi europei, sollecitata più volte da Bruxelles. E anche l'attesa norma sulla deducibilità delle spese è (in parte) una delusione: l'auspicio era che la modifica entrasse già nel perimetro della manovra, diventando così immediatamente operativa dall'inizio del 2016. La bozza, approvata dal Consiglio dei ministri, sta cominciando a circolare. Il suo obiettivo – va ricordato – è integrare alcune misure presenti nella manovra, come il ritocco del regime forfettario, con una revisione sistematica delle regole che si applicano alle partite Iva. Questo Jobs act dedicato agli autonomi, allora, contiene alcune novità che piacciono molto al Consiglio nazionale e che venivano richieste da tempo.
Anzitutto, piace la volontà di dedicare al settore un provvedimento organico, senza procedere più per accelerazioni e strappi. «Alcune misure presenti nella bozza del disegno di legge – spiega Armando Zambrano – sono sicuramente importanti. Finalmente si prende atto che il mondo degli autonomi, delle partite Iva, delle professioni ordinistiche e non, necessita di un'attenzione mirata e peculiare. Se non altro perché parliamo di milioni di lavoratori. Ci auguriamo di poter discutere al più presto di un provvedimento ufficiale e non di una semplice bozza». Più in dettaglio, la riforma più attesa riguarda la deducibilità totale delle spese di formazione (oggi al 50%).
«È una misura che come Cni e come Rete delle professioni tecniche chiediamo da anni. Anche se ci saremmo aspettati che tale intervento venisse subito inserito nel Ddl Stabilità. Altre misure che condividiamo sono quelle sulla maternità e l'applicazione del rito del lavoro nelle controversie tra professionisti e committenti che, in questo modo, potranno essere risolte più rapidamente».
Ci sono, però, diversi passaggi che mancano. «Nel documento mancano ancora capitoli fondamentali. Il primo riguarda l'organizzazione del lavoro professionale in forma societaria. Da anni chiediamo misure per far decollare le società tra professionisti e consentire a queste ultime di competere ad armi pari con le società di ingegneria. Su questo aspetto il Governo interviene spesso in maniera assai discutibile, come dimostra la vicenda del Ddl concorrenza».
Ci sono, cioè, aspetti legati all'inquadramento fiscale e contributivo delle Stp che devono ancora essere affrontati e risolti dall'esecutivo. Altro punto importante, assente nella bozza del provvedimento, riguarda l'accesso ai fondi europei: nonostante le aperture di Bruxelles, infatti, nella pratica quotidiana le risorse europee sono ancora una chimera per gli autonomi italiani.
Allo stesso modo, per Zambrano, sarebbe servito un capitolo sulla valorizzazione degli ordini come strutture di servizio agli iscritti. «Gli ordini si fanno carico, senza alcun onere per le casse dello Stato, di tutta una serie di servizi per i propri iscritti, dalla formazione continua ai servizi per l'inserimento nel mercato del lavoro e professionale. Ci aspettiamo che questo ruolo venga riconosciuto e valorizzato».
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