Per ingegneri e architetti sanzioni soft per chi è in ritardo nel versamento dei contributi. Ieri Inarcassa, l’ente di previdenza di queste due categorie professionali, ha approvato la riforma del sistema sanzionatorio che diventerà operativa, senza effetto retroattivo, una volta ottenuta l’approvazione dei ministeri del Lavoro e dell’Economia. La riduzione nel primo anno è pari al 75%, perché si passa da una sanzione del 24 per cento (2% al mese) ad una del 6 per cento (0,5% al mese). Si tratta di un cambio radicale di approccio su un aspetto delicato, il mancato rispetto delle scadenze contributive, che interessa tutti gli enti previdenziali (si veda il Sole 24 Ore del 15 dicembre scorso). Il fenomeno dei ritardatari e degli evasori, che prima della crisi riguardava una percentuale marginale degli iscritti, oggi è diventato più esteso e coinvolge spesso professionisti che, per difficoltà contingenti legate o alla carenza di lavoro o al mancato pagamento delle parcelle nei tempi si trovano a mancare i versamenti contributivi.
Inarcassa, che ricordiamo è la terza Cassa più grande per numero di iscritti (oltre 170mila) dopo Enpam (medici) e Cassa forense, ha deciso di adottare un sistema di sanzioni che sia graduale in base al tempo di ritardo e all’importo dovuto, così da non gravare con un’eccessiva penalità su chi ritarda non per cattiva volontà ma per oggettiva difficoltà.
È stata perciò elaborata una penalizzazione che agisce su due diverse leve: il tempo trascorso e l’ammontare del debito, così da non mettere sullo stesso piano l’evasore “seriale” e chi si è trovato ad avere periodi circoscritti di difficoltà. Si è inoltre intervenuti anche sul costo degli istituti di conciliazione, che riconoscono uno sconto sulle sanzioni se il pagamento di quanto dovuto avviene integralmente, e quindi comprensivo di interessi e sanzioni, in 60 giorni. L’attuale sconto è pari a 70% per l’accertamento e del 30% per il ravvedimento, che saliranno rispettivamente all’85% e al 50% una volta approvata la delibera dai ministeri vigilanti.
A spingere per una definitiva risoluzione dei crediti in sofferenza è l’attuale presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro, che spiega così il provvedimento adottato ieri: «puntiamo ad arginare il fenomeno dell’inadempienza previdenziale». Inarcassa ha in bilancio un credito scaduto del valore di 800 milioni di euro, a fronte di entrate annuali per contributi di oltre un miliardo di euro ed un patrimonio di otto miliardi; gli iscritti che hanno crediti scaduti sono circa 50mila.
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