La manifattura torna al centro dell’agenda del Governo, e l’obiettivo è imboccare definitivamente la strada della modernizzazione. È l’auspicio dei costruttori di macchine italiane dopo la presentazione del piano nazionale per Industria 4.0. Le nuove scelte di politica industriale, secondo le prime valutazioni, potrebbe contribuire al rinnovamento del parco italiano fino a dimezzare l’attuale incidenza di macchine vetuste sul totale. Un passaggio chiave anche per permettere alla meccanica strumentale di toccare il traguardo dei 100 miliardi di valore dellexport, secondo quanto preconizzato da Sace, che in una recente analisi ha messo in fila i primati italiani (personalizzazione del prodotto ed elevata componente tecnologica) nelle macchine per packaging, nelle macchine utensili, nelle macchine per la lavorazione di plastica-gomma e nel meccanotessile. «Con il Piano il governo punta a stimolare l’industria italiana a crescere in innovazione - spiega Massimo Carboniero, presidente di Ucimu (l’associazione dei produttori di macchine utensili) - premiando le imprese virtuose, quelle che operano sul mercato scegliendo la competizione fatta sulla qualità. Finalmente si lavora per l’offerta: rendere le nostre aziende in grado di fornire prodotti competitivi può fare da volano a tutta la filiera manifatturiera». Posizione condivisa da Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, secondo il quale per riuscire a soddisfare la domanda in crescita di made in Italy alimentare «bisogna agire migliorando il contesto competitivo in cui le aziende italiane operano».
Gli ultimi dati Ucimu sul mercato interno mostrano già l’impatto positivo di strumenti come Nuova Sabatini (sarà prorogata) e superammortamento. Il piano del Governo prevede un iperammortamento al 250% per alcune categorie di beni (saranno coinvolte tutte le macchine che contengono sensoristica, elementi di comunicazione e trasmissione dati) e la proroga del superammortamento al 140% per gli altri (120% per mezzi di trasporto), con un allargamento delle tempistiche. «La direzione è quella giusta - conferma Alfredo Mariotti, direttore generale di Ucimu -, le aziende sono molto interessate a questi strumenti, come mostra il mercato. Inoltre, il meccanismo studiato premia le aziende virtuose, non servono click day o dichiarazioni, è il bilancio che parla».
Il 50% delle macchine «vecchie» potrebbe essere sostituito: secondo i dati Ucimu la quota di macchine utensili con età superiore ai 20 anni è il 27% del totale; sono quelle più tradizionali (asportazione e deformazione) ad avere l’età più avanzata (13 anni), ma sono i robot a registrare un maggiore invecchiamento rispetto. In 20 anni, inoltre, la composizione dello stock è cambiata: cresce l’integrazione tra macchine (anche se le realtà «stand alone» sono ancora l’80%), ma il grado di automazione cresce in misura minore rispetto al recente passato.
In alcuni comparti specifici, come quello delle macchine per il packaging, l’iot e l’assistenza in remoto sono già realtà e il piano può permettere un salto in avanti verso la servitizazion, la possibilità di dare qualcosa in più al cliente nella fase post vendita. Un’occasione, come ha ricordato Marco Taisch, docente di Sistemi di produzione automatizzati e tecnologie industriali del Politecnico di Milano per «inserire il consumatore nella catena del valore»,.
È critico, però, il giudizio di Anfia, l’associazione che rappresenta la filiera dell’industria auto. «La riduzione al 120% del superammortamento - spiega il presidente Aurelio Nervo - penalizza solo questa categoria , a cui è stato riservato un trattamento non paritario nell’ambito di una politica di ammodernamento delle strutture produttive».
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