Aggregazioni. Paritel finanziaria, che già controlla le aziende Decima e Morara, acquisterà il 100% di Tacchella
A Bologna un polo delle macchine utensili
Cristina Jucker
MILANO
L'aggregazione è oggi l'unica, vera risposta possibile per essere competitivi. Ne è convinto Alberto Tacchella, presidente di Tacchella macchine e fino a due anni fa alla guida di Ucimu, l'associazione dei produttori di macchine utensili e robot. Sulla base di questa convinzione, Tacchella e la sua famiglia hanno deciso non di vendere e chiudere la carriera ma di partecipare a un vero progetto industriale di aggregazione che fa perno sulla Paritel finanziaria, società bolognese presieduta da Luca Peli, antesignana del private equity e con un portafoglio di aziende dei settori macchine automatiche, utensili e impiantistica. La Paritel, che già controlla Decima e Morara, ha sottoscritto un preliminare per l'acquisto del 100% della piemontese Tacchella macchine. Le tre aziende, che operano tutte nello stesso settore delle macchine rettificatrici, confluiranno poi nella Italian machine tools (Imt), subholding controllata da Paritel, già costituita proprio per creare una sorta di polo delle macchine utensili, in particolare dei marchi storici di macchine di grande precisione. Nella Imt la famiglia Tacchella avrà una partecipazione significativa (Alberto sarà vicepresidente, responsabile delle guida commerciale del gruppo, la presidenza andrà a Luca Peli).
Le aziende che, a operazione conclusa (intorno ai primi di gennaio), confluiranno nella Imt partono da un fatturato intorno a 40 milioni (nettamente ridimensionato però dalla crisi di quest'anno), con 150-180 dipendenti a testa. «L'obiettivo cui vogliamo arrivare a regime – spiega Tacchella – si aggira su 80-100 milioni di ricavi complessivi, in due o anche più di due. Sì – aggiunge – perchè il progetto non si ferma qui: abbiamo già aperto dei tavoli di trattative, tireremo a bordo altri». Sempre nel settore delle macchine utensili.
Quanto all'organizzazione, l'obiettivo è avere un unico centro decisionale per tutte le funzioni di staff, un'organizzazione per divisioni basata su più siti produttivi specializzati per prodotto, l'integrazione delle reti commerciali e alla fine, quindi, un incremento della profittabilità del business, grazie alle sinergie.
Prosegue Tacchella: «Vogliamo offrire un interlocutore unico con una gamma completa di offerta, coprendo tutti i settori, dall'automotive, all'aeronautico, al medicale e così via. I marchi restano, così come restano i siti produttivi o le caratteristiche intrinseche delle aziende, anche perchè tra di noi siamo molto più complementari che concorrenti».
Come dimostra, per esempio, la presenza sui mercati internazionali: Morara è forte in Russia, Cina e India; Tacchella macchine in Europa. In Italia entrambe sono leader incontrastati delle rettifiche.
Gaurdare all'estero sarà sempre più inevitabile in futuro. «Il 2009 è stato un anno difficilissimo – afferma Tacchella – ma visto che le nostre produzioni richiedono tempi lunghi le aziende hanno vissuto ancora sugli ordini del 2008. Per il 2010, invece, il portafoglio è scarico: i nuovi ordini sono la preoccupazione maggiore! Solo in India e Cina si investe ancora. Però devo dire che nell'ultimo scorcio dell'anno c'è stato qualche timido cambiamento del clima: la caduta è finita, abbiamo toccato il fondo. Ora si tratta di capire per quanto tempo rimarremo sul fondo. Ma una cosa è certa: aggregarsi è "la" soluzione per uscire da questa situazione. E l'unico strumento per riuscire a farlo è il buon senso dell'imprenditore».
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