Mara Monti
MILANO
Le imprese esposte sui mercati esteri e i grandi gruppi industriali saranno i primi a risentire dei benèfici effetti della ripresa, meno le piccole e medie imprese su cui il peso della crisi si farà sentire ancora a lungo. E se nel breve periodo il fatturato resta in calo, le prospettive a lungo termine sono incoraggianti. L'analisi è di Matteo Bugamelli dell'ufficio studi della Banca di Italia autrice di un sondaggio effettuato su un campione significativo di aziende dal quale emerge che i settori meno colpiti dalla recessione sono le public utility, il food & beverage e in generale chi aveva in cassa liquidità sufficiente per affrontare la fase di difficile accesso al credito. Secondo Bugamelli, intervenuto al convegno «Reagire alle crisi d'impresa» organizzato dalla società di advisory AlixPartners, le società che hanno affrontato un processo di ristrutturazione stanno reagendo meglio alla crisi perché sono riuscite a diversificare le attività sui mercati esteri.
E proprio la crisi può essere una leva per creare opportunità. Secondo Luca Ramella, managing director di AlixPartners Milano le condizioni attuali, se ben sfruttate, possono essere utilizzate come leva per il rilancio. «Le aziende – ha detto – hanno a disposizione ammortizzatori sociali flessibili, poca tensione sociale, un settore bancario disponibile a concedere la moratoria sui debiti pur di evitare perdite, condizioni senza precedenti». Per il manager si tratta di sfruttare al meglio questi strumenti rilanciando con piani di sviluppo che creino valore: «I soldi non mancano ai fondi hedge e di private equity disposti a investire su piani credibili non più utilizzando la leva come avveniva in passato, ma soprattutto l'equity».
Come nel caso di Alitalia per la quale oltre al prestito ponte del governo da 300 milioni, sono stati raccolti 1,2 miliardi di euro da un gruppo di azionisti decisi a difendere l'italianità della compagnia di bandiera. «L'operazione di rilancio ha coinciso con la fase di peggiore crisi del trasporto aereo - ha spiegato Paolo Amato, chief financial officer di Alitalia -. Nonostante ciò, c'è stato un forte recupero delle quote di mercato». Il mercato nazionale è passato dal 44% a gennaio al 53% di settembre, mentre a livello nazionale nello stesso periodo le quote sono salite a 22% dal 14% di inizio anno. «Anche i risultati del terzo trimestre, sorretti dalla stagionalità estiva, sono stati incoraggianti - ha aggiunto Amato - proprio per questo ci attendiamo un quarto trimestre inferiore rispetto al terzo».
Tra i case industry presentati al convegno anche quello di General Motors. Al Koch il vice chairman e managing director di AlixPartners e tra i ristrutturatori di General Motors ha ripercorso i passaggi salienti dell'operazione. Il manager ha sottolineato che il colosso di Detroit sta mostrando segnali positivi, per esempio il rialzo delle vendite di ottobre, e che il consiglio di amministrazione sta giocando "un ruolo attivo" nel condurre le attività della società. E se l'obiettivo è quello di rimborsare il prestito ottenuto da governo, in futuro sarà il cda a valutare la «struttura dell'azienda» e potrebbe decidere piccoli o grandi cambiamenti, sulla base di quello che sarà necessario.
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