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Newsletter del 14 Dicembre 2010

Per le Pmi si sta aprendo la strada del private equity

Le persone più abbienti possono avvicinarsi ai mercati emergenti anche attraverso i fondi di private equity, che investono in quote di aziende che mostrano – al di là del contingente – buone prospettive di crescita. «Può essere una buona idea – afferma Uberto Barigozzi, titolare di uno studio di commercialisti e di una fiduciaria specializzati nel family office – per i piccoli e medi imprenditori che, scoraggiati da un'Italia in via di sgretolamento e oppressi da una burocrazia pesantissima, pensano alla delocalizzione della loro attività».
L'importo minimo per investire nel private equity oscilla fra i 500mila e il milione di euro. Quindi non è certo alla portata di tutti. «Ma è una quota quasi simbolica – osserva Barigozzi, che fra i suoi clienti ha molti piccoli imprenditori – da chi possiede un'attività industriale di un certo successo».
Oggi tutti i gestori, anche i più prudenti, sovrappesano la componente equity nel loro portafoglio. E, all'interno di questa, gli emerging hanno un ruolo importante. «Anche i profili più conservativi sono diventati "aggressivi" – aggiunge Barigozzi – e questo è un orientamento condiviso dalle case di investimento». Ecco allora il suggerimento agli imprenditori stanchi di tutti gli ostacoli fiscali e burocratici italiani: «Se volete delocalizzare perché, prima di spendere milioni per comprare o avviare un'attività, non avvicinarsi a quei mercati entrando in un fondo di private equity?».
Scegliendo fra quelli che investono in aziende simili alla propria e in mercati promettenti, gli imprenditori possono ottenere un punto di osservazione privilegiato su quei mercati ed eventualmente decidere, dopo qualche anno, se allargare l'investimento (comprando o avviando direttamente un'azienda) oppure no. Senza contare che, in ogni caso, potranno guadagnare sul capitale investito.
Ma quali sono i fondi e i paesi potenzialmente più interessanti? Barigozzi finora ne ha individuati un paio: lo Stratus Capital Partners, che investe in Brasile e ha un forte credito internazionale, e l'East Capital, un fondo private svedese con una forte conoscenza di Russia e paesi dell'Est in genere e una specializzazione nei supermercati e nel settore delle vendite retail.
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