MILANO
Spiragli di luce nei ritardi sui pagamenti verso i fornitori. La percentuale di aziende puntuali nel saldare le fatture peggiora nel 2010 e si assesta al livello più basso dal 2007. Tuttavia, il primo trimestre di quest'anno mostra qualche segnale di miglioramento, che dovrà però trovare conferma nei risultati dei prossimi mesi. È quanto emerge dallo Studio 2010 sui tempi di pagamento delle imprese italiane, presentato da Cribis D&B, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che evidenzia come le piccole e piccolissime realtà siano più virtuose delle grandi.
A fine 2010 solo il 37,5% delle imprese italiane paga puntualmente. La quota risulta in calo di 13,3 punti percentuali rispetto al 2007, 12,1 rispetto al 2008 e 6,2 punti rispetto al 2009. La flessione è stata in parte assorbita dall'incremento della classe di ritardo più moderata "fino a 30 giorni" passata dal 40,7% del primo trimestre al 57% nei mesi finali dell'anno. Il 4,9% delle imprese ha poi saldato le fatture ai propri fornitori tra i 30 e i 90 giorni di ritardo. Per i ritardi gravi (oltre 90 giorni medi) si osserva invece un trend positivo: per tutto il 2010 si è continuata a registrare una riduzione delle imprese appartenenti a questa categoria (0,6% del totale nell'ultimo trimestre). Positivo, invece, l'andamento del primo trimestre 2011 che mostra una prevalenza di imprese che pagano con un ritardo moderato e inferiore ai 30 giorni medi (53,1%) e una percentuale in ripresa (41,9% contro il precedente 37,5%) di imprese che saldano regolarmente. Chi paga con un ritardo medio compreso fra i 30 e i 90 giorni oltre il termine su rappresenta una quota del 4,4%, mentre le imprese che fanno registrare un ritardo più grave (oltre 90 giorni medi) restano sostanzialmente stabili, intorno allo 0,6% del totale.
Sono le micro imprese, che rappresentano una componente rilevante del italiano tessuto economico nazionale, a mostrare una percentuale superiore alla media di transazioni commerciali saldate entro i termini pattuiti: il 47% contro il 35% delle piccole, il 22% delle medie e il 12% delle grandi realtà. Mentre registra ritardi fino a 30 giorni, il 48% delle piccolissime imprese, il 61% delle piccole, il 74% delle medie e l'82% delle grandi.
Tra i settori, nel 2010 rispetto al 2007, si osserva un peggioramento di edilizia, industria estrattiva, trasporti e commercio all'ingrosso. Tiene, invece, il comparto dei servizi finanziari per cui si osserva un miglioramento della performance di pagamento, mentre il comparto più puntuale è quello dell'agricoltura (43,4%) che risulta il più puntuale anche nel primo trimestre del 2011 (quasi il 49%), seguito da servizi finanziari, industria estrattiva e edilizia. Tra le aree geografiche le aziende del Nord Est sono le più puntuali (48%) seguite da Nord Ovest (43,6%), Centro (40,8%), Sud e isole ( 34%).
«I risultati negativi del 2010 seguiti dal miglioramento fatto registrare dai primi tre mesi di quest'anno che lascia ben sperare per il 2011 – commenta Marco Preti, amministratore delegato Cribis D&B – confermano l'impressione che quello che esce dalla crisi sia un nuovo contesto economico, caratterizzato da una maggiore fluidità, intesa come maggiore dinamicità e velocità nei cambiamenti, sia a livello di controparti (clienti e fornitori), sia a livello di andamento di mercato».
E aggiunge: «In questo scenario è essenziale che le imprese adottino un'efficace politica di risk management che, attraverso strumenti adeguati, consenta di individuare i segnali che vengono dal mercato e dalla propria clientela. Soprattutto è fondamentale riuscire ad intercettare quei cambiamenti di comportamento che possono consentire di intercettare per tempo i mutamenti nel proprio contesto competitivo. I comportamenti di pagamento sono proprio uno dei più importanti segnali dello stato di salute e dell'affidabilità delle proprie controparti. Unite alle informazioni commerciali tradizionali e ai dati interni, consentono di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni dei propri flussi di cassa».
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