FERRARA
Camilla Ghedini
Punta al rilancio economico percorrendo la strada transitoria della perdita di gettito. È la scommessa del Comune di Ferrara, che ha recentemente deliberato di ridurre l'aliquota Ici dal 7 al 3 per mille – pari a una diminuzione del 57% – sulle aree fabbricabili per le realtà industriali, artigianali e commerciali che vorranno insediarsi a Ferrara. Per una capacità complessiva di circa 1.500/1.600 lotti.
Due sono le superfici di nuova espansione e ristrutturazione individuate nel Psc (Piano strutturale comunale): l'una, destinata ai nuovi tessuti produttivi, è di 11.327.082 metri quadrati; l'altra, alla riqualificazione industriale, è di 2.894.405 metri quadrati. Requisito fondamentale perché le imprese – che oggi portano al Comune 8 dei 22 milioni di euro per imposta Ici – possano usufruire delle agevolazioni, valide per un quinquennio dalla data di insediamento (a partire dallo scorso 1° gennaio) è «che siano nuove», rimarca l'assessore al Bilancio, Luigi Marattin. Contemplata è anche la possibilità che in corso d'opera le aziende falliscano, motivo per cui «delle agevolazioni potranno continuare ad usufruire quanti le rileveranno».
Un'operazione al suo debutto, non solo a Ferrara ma a livello nazionale, che ha come unica controindicazione la perdita di introiti Ici per le casse municipali. Va detto tuttavia che trattandosi di aziende nuove, il 3 per mille è sempre più del nulla. Il presunto mancato gettito iniziale sarà compensato dall'aumento delle attività produttive, per cui i vantaggi saranno invece immediati. Sintetizzando, un insediamento con una rendita catastale di 10mila euro, pagherà ogni anno circa 2mila euro anziché 4.500; uno di 30mila, 5mila euro anziché 12mila; uno di oltre 100mila euro di rendita, 4mila euro di Ici invece che 17mila.
«D'altra parte – commenta Marattin – sul fronte del rilancio economico gli enti come i Comuni hanno competenze limitate. Noi abbiamo voluto fare uno sforzo e lanciare un segnale». E che si guardi al futuro, più che al presente, è insito nel fatto che "il tappeto rosso" – così è stato battezzato il provvedimento – ha tenuto conto della realizzanda Cispadana e della riqualificanda Ferrara-Mare, che una volta a regime dovrebbero favorire i collegamenti.
«Le infrastrutture – è il monito di Marattin – sono fondamentali perché un territorio abbia appeal, le agevolazioni da sole non bastano». In questa prima fase Ferrara punta ad attrarre imprenditori dall'esterno, in particolare dalle regioni limitrofe. L'auspicio è comunque estendere la riduzione Ici anche ai fabbricati già esistenti, così da evitare qualsiasi trattamento che possa poi essere ritenuto penalizzante. «Ci stiamo lavorando – conferma Marattin – così come stiamo lavorando a uno snellimento della burocrazia, per essere maggiormente competitivi». Prudenza è la parola d'ordine di Marattin. «Non ci facciamo illusioni, ma siamo certi di aver intrapreso l'unica via possibile per agire concretamente e rilanciare l'economia ferrarese».
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Luigi
Marattin
ASSESSORE
AL BILANCIO
DI FERRARA
La sperimentazione. Si punta a compensare il mancato introito Ici con un aumento delle attività produttive sul territorio