Il divieto di pagare in contanti da mille euro a salire è scattato lo scorso 6 dicembre. Il decreto salva-Italia ha concesso, però, due mesi di moratoria per adeguarsi al nuovo limite. In pratica, le sanzioni per l'eventuale infrazione sono applicabili solo a partire dal 1° febbraio 2012 (restano comunque punibili le violazioni commesse durante quell'intervallo temporale per la precedente soglia dei 2.500 euro). Le penalità colpiscono sia il soggetto che effettua il trasferimento oltre soglia sia quello che lo riceve.
Il divieto scatta sia per l'acquisto di beni che per il pagamento di servizi come, per esempio, una parcella per una prestazione professionale. Tale limite massimo deve essere quindi rispettato in ogni caso e anche indipendentemente dall'eventuale rapporto di parentela tra i due soggetti interessati. Così anche se il trasferimento di denaro – pari o superiore a mille euro – avviene tra due fratelli in quanto l'uno intende aiutare l'altro per il pagamento del mutuo, il passaggio della somma va effettuato con uno strumento tracciabile (tra gli altri, assegno bancario non trasferibile, bonifico).
Le conseguenze
Il trasferimento di denaro contante effettuato oltre la soglia è punito con una sanzione dall'1 al 40% dell'importo trasferito. La penalità non può però essere inferiore al minimo di 3mila euro. Nel caso di importi superiori a 50mila euro, la sanzione applicabile è compresa tra il 5 e il 40%, ferma restando la sanzione minima di 3mila euro. Per le violazioni di importo non superiore a 250mila euro si può beneficiare dell'oblazione: il meccanismo che consente di ottenere uno sconto delle sanzioni e definire con la chiusura il procedimento sanzionatorio.
La competenza dell'accertamento delle violazioni del tetto di mille euro spetta al ministero dell'Economia e delle finanze che riceve la comunicazione di infrazione del professionista destinatario delle disposizioni in materia di antiriciclaggio. La violazione all'uso del contante oltre la soglia può essere anche accertata dalla Guardia di finanza.
I professionisti
I professionisti destinatari delle disposizioni in materia di antiriciclaggio che – relativamente ai loro compiti di servizio – hanno notizia del trasferimento di denaro contante oltre la predetta soglia devono, entro 30 giorni, effettuare la comunicazione del l'avvenuta infrazione alla Ragioneria territoriale dello Stato competente. L'obbligo di comunicazione riguarda i soli casi in cui il professionista viene a conoscenza della violazione nell'esercizio della sua attività.
Facciamo un esempio. Se è tenutario delle scritture di un cliente in contabilità semplificata, è poco probabile che il consulente sia in grado di riscontrare i pagamenti in contanti oltre la soglia. Infatti la contabilità semplificata non richiede la rilevazione dei movimenti finanziari. Viceversa se dovesse riscontrare su una fattura un'annotazione con l'avvenuto pagamento in contanti oltre il limite di mille euro durante la fase di registrazione ai fini Iva dei documenti, il professionista risulterà obbligato a effettuare la comunicazione di infrazione.
Il professionista che omette la comunicazione dell'infrazione è destinatario di un'autonoma sanzione variabile tra il 3 e il 30% dell'importo trasferito. Anche in questo caso si applica il minimo di 3mila euro e non c'è la possibilità di oblazione.
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