ROMA
La chiave di volta, anche per l'economia digitale, sono i fondi europei. Antonio Catricalą, viceministro dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, lavora a un emendamento al "decreto del fare" per introdurre un voucher per la digitalizzazione delle Pmi e nel frattempo prova a tirare le fila del piano strategico per la banda ultralarga.
«L'emendamento al Dl – spiega Catricalą – prevede finanziamenti a fondo perduto, tramite voucher di importo massimo di 10mila euro, per favorire la digitalizzazione dei processi aziendali e l'ammodernamento tecnologico». Si punta a incentivare le Pmi per l'acquisto di software, hardware o servizi che consentano lo sviluppo di soluzioni di e-commerce, la connettivitą a banda larga, lo sviluppo di iniziative di innovazione sociale anche nel mondo no profit. Secondo la proposta, i voucher potranno anche finanziare la formazione qualificata nel campo dell'Ict.
La dote sulla quale si ragiona, al momento, sarebbe di circa 200 milioni a valere su fondi europei che l'Italia rischierebbe di perdere se non saranno spesi in tempi stretti. Ma l'intervento potrebbe assumere ben altre proporzioni una volta valutato il possibile impatto sulle tlc della flessibilitą sui vincoli di bilancio concessa dall'Unione europea.
Incentivare la domanda, a ogni modo, rischia di servire a poco se l'Italia non si darą una mossa nell'implementazione di una vera rete a banda ultralarga (da 30 a 100 megabit per secondo). «Stiamo accelerando la predisposizione dei bandi di gara per avviare i cantieri. Dopo la Campania, con la quale abbiamo firmato la convenzione a metą giugno, la prossima settimana toccherą a Sicilia e Molise». Il piano conta su circa 383 milioni di euro di fondi Ue, a rischio disimpegno, destinati al Centro-Sud: 122 milioni in Campania, 127 milioni in Calabria, 55 milioni in Basilicata, 75 milioni in Sicilia, 4 milioni in Molise. Con Puglia e Abruzzo si sta ancora lavorando.
Ai fondi pubblici va aggiunto il cofinanziamento nell'ordine del 30% minimo fornito dagli operatori privati e il modello organizzativo prevede tempi serrati: dopo la firma dell'accordo, 30 giorni per definire la convenzione operativa e altri 10 per la pubblicazione del bando di gara. «Non possiamo permetterci rallentamenti – dice Catricalą – spero di riuscire a chiudere i cantieri entro due anni».
La banda ultralarga č un capitolo centrale dell'Agenda digitale italiana ma il viceministro non nasconde che, anche su altri punti, sia necessario accelerare l'attuazione. Il decreto interministeriale che semplifica gli scavi per la posa della fibra ottica, in attuazione del decreto crescita bis, č stato bloccato per mesi dai veti dell'Anas. «Finalmente dovremmo aver trovato una soluzione e la prossima settimana contiamo di trasmettere il testo alla Conferenza unificata, con possibile pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale a settembre». Si profila un compromesso sulle contestate mini-trincee: «Nei centri abitati – spiega Catricalą – sarą obbligatorio concedere il via libera. In tutte le altre situazioni ci potrą essere una negoziazione con l'ente gestore». Si prospettano tempi pił lunghi, invece, per due decreti attuativi pur attesi da lungo tempo: sull'e-ticketing per il trasporto pubblico locale e sui pagamenti elettronici alla Pa.
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La copertura
Secondo l'ultimo «scoreboard» dell'Unione europea, a fine 2012, la banda ultralarga in Italia copriva il 14% delle unitą immobiliari (54% nella Ue). Il piano italiano, sommando interventi privati e pubblici, prevede per il 2015 il 53% di copertura in Campania, il 43% in Calabria, il 57% in Basilicata, il 22% in Molise, il 38% in Sicilia, l'86% in Sardegna. A livello nazionale si dovrebbe raggiungere il 34%
Occupati diretti
Il piano prevede, nell'arco di tre anni, 1.00 occupati diretti in Campania, 1.040 in Calabria, 449 in Basilicata, 615 in Sicilia
Comuni interessati
Sono 63 i Comuni interessati dal piano in Campania, 53 in Calabria, 39 in Basilicata, 21 in Sicilia