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Newsletter del 27 Gennaio 2016

Gli studi di settore 2015 moltiplicano gli indici

Via libera per gli studi di settore in revisione nel periodo d’imposta 2015. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dei 5 decreti datati 22 dicembre 2015 prende ufficialmente il via la campagna studi di settore per l’anno che sta per finire. L’operazione è però solo agli inizi.

I termini

Entro fine marzo dovranno, infatti, essere approvati i singoli decreti di integrazione degli studi di settore in vigore per l’annualità 2015 (articolo 62-bis del decreto legge 30 agosto 1993, numero 331). A seguire sarà il turno delle revisioni congiunturali al fine di completare i calcoli dei singoli studi per tener conto dello stato di crisi economica e dei mercati.

Così, solo al termine di questo complesso iter potrà essere licenziata la modulistica ufficiale e soprattutto la messa on line del software Gerico 2016 definitivo quale strumento indispensabile per poter procedere con le elaborazioni al fine di verificare la congruità, la coerenza e la normalità delle singole posizioni dei vari contribuenti.

Le revisioni del 2015 hanno avuto come base di analisi le dichiarazioni relative al periodo d’imposta 2013 (avendo a riferimento il modello Unico 2014) ed hanno riguardato 70 studi di settore (si veda il Sole 24 di ieri).

Uno specifico decreto è stato dedicato all’individuazione di determinati “modulatori” territoriali in funzione dei quali viene ulteriormente differenziato il risultato di Gerico. Ciò al fine di tener conto del luogo in cui viene svolta la singola attività economica. Gli altri decreti pubblicati riguardano i quattro comparti economici ovvero, manifattura, servizi, commercio ed attività professionali.

I provvedimenti

I provvedimenti contengono in allegato le singole note metodologiche sulle quali, di fatto, si svilupperà il software Gerico 2016 in attesa, come detto che venga completato l’intero iter di integrazione ed approvazione normativa.

In merito alle singole note metodologiche, al di là delle molteplici peculiarità che caratterizzano le varie attività oggetto di revisione, tratto distintivo del restyling operato nel 2015 rimane la dilagante proliferazione di indici di coerenza e di normalità economica previsti.

Ad esempio per i dentisti (lavoro autonomo) si passa dai sei indici elaborati con lo strumento in vigore per il 2014, ai nove complessivi attuali.

Ma non se la passano diversamente nemmeno gli altri professionisti caratterizzati anch’essi dal medesimo aumento del numero di strumenti di misurazione dei risultati economico professionali previsti dalle singole note metodologiche.

Il refrain non muta nemmeno per gli altri comparti. Ad esempio per il settore costruzioni il numero degli indicatori passa dai cinque in vigore fino allo scorso periodo d’imposta agli otto attuali.

Ma il conto non finisce qui, perché, per tutte le categorie economiche previste devono essere aggiunti gli indici “generali” di anomalia (contraddistinti da singole lettere alfabetiche) approvati con i decreti del 24 marzo 2014, la cui applicazione salvo contrordini (da confermare comunque entro il 31 marzo prossimo) troverà spazio anche per il 2015.

Mosaico complesso

Ne esce così un quadro sempre più complesso e di difficile lettura, che non va certo nella direzione di semplificare conteggi ed elaborazioni da gestire durante il periodo dichiarativo.

Se questo è lo scenario è facile immaginare che si complicherà ulteriormente pure la strada che porta al regime premiale previsto dall’articolo 10 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, che al di là del progressivo allargamento della potenziale platea degli aventi diritto, si scontra con i problemi pratici derivanti dal necessario allineamento richiesto su tutti gli indici di coerenza e di normalità economica previsti dalle singole note metodologiche.

Aumentando il numero degli strumenti di misurazione, infatti, non è difficile ipotizzare che saranno pochi i contribuenti che potranno vantare un invidiabile adeguamento su tutti gli indicatori elaborati.

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